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“Festa diocesana dell’ammalato” organizzata dalla Caritas della Diocesi di Tricarico e dalla sottosezione “Maria Marchetta” dell’Unitalsi

Oltre 400 le persone, fra anziani, ammalati e accompagnatori della sottosezione “Maria Marchetta” di Tricarico dell’Unitalsi, della Misericordia di Grassano e della Caritas diocesana, sono intervenute alla “Festa diocesana dell’ammalato” che si è svolta a Garaguso scalo sabato 2 giugno. Dopo l’accoglienza, alle ore 10.00, è stata concelebrata la messa nella parrocchia Madonna di Pompei, presieduta dal Vescovo della Diocesi di Tricarico, monsignor Vincenzo Orofino e con la partecipa-zione del vicario generale diocesano don Nicola Urgo, del direttore della Caritas diocesana don Giuseppe Molfese, del cerimoniere del Vescovo don Giuseppe Abbate e del vicario parrocchiale a Garaguso scalo padre Antonio Mario. Monsignor Orofino ha incentrato la sua omelia sull’Eucaristia che, ha detto, è “alimento di amore, perché è offerta di sé, è dono di sé ed è un dono che Dio fa di sé a ognuno di noi”. L’Eucaristia, ha poi spiegato il Vescovo, è il memoriale della morte e della resurrezione di Gesù che ci rimanda al compimento della vita di Gesù: al cenacolo, alla croce e al sepolcro vuoto. Quindi, ha illustrato il mistero dell’Eucaristia in tre punti: il primo, riguarda la conclusione della vita terrena di Gesù sulla croce, non per una punizione ma per obbedire alla volontà del Padre che ha chiesto al Figlio di offrire la propria vita per gli altri; il secondo punto è l’offerta di Gesù sulla croce per la salvezza dell’umanità, come medicina della sofferenza, per l’anima. “Come lo sappiamo noi?”, si è interrogato il Vescovo. “Perché – è stata la risposta – prima della croce, aveva fatto un altro gesto, quello dell’ultima cena, dove ha preso il pane e ha detto: Questo è il mio corpo, offerto in sacrificio per voi. Mangiatelo e voi vivrete per sempre”. Perciò, il nome di questa medicina è l’Eucaristia, di cui tutti hanno bisogno, sia le persone sane, sia quelle ammalate, in tutto il mondo e in tutti i tempi. Il terzo punto ha riguardato il modo in cui arriva que-sta medicina a tutta l’umanità di tutti i tempi “Arriva – ha spiegato monsignor Orofino – attraverso la comunità cristiana, che nasce dalla risurrezione di Gesù. Ecco, dopo la risurrezione, Gesù, risorge dai morti e riappare dicendoci che è il pane della vita”. Dopo la concelebrazione religiosa, c’è stata adorazione eucaristica e, successivamente, la processione eucaristica. È seguito il pranzo, offerto dalla Caritas diocesana e il pomeriggio trascorso in allegria fino alle 17.30. Già da molti anni, per iniziativa di suor Paola, delle suore “Discepole di Gesù Eucaristico”, nella parrocchia della Madonna di Pompei dello scalo di Garaguso si celebrava la “Giornata per il malato”. Poi, questa giornata si è allargata alla partecipazione di altre comunità della Diocesi e, in modo particolare, dell’Unitalsi diocesana. Da alcuni anni, l’organizzazione è curata dalla parrocchia dello scalo, dall’Unitalsi e, so-prattutto, dalla Caritas diocesana che sostiene tutte le spese organizzative e offre il pranzo. Nello stesso tempo, la “giornata” si è tramutata in “festa” per cui, negli ultimi anni, si è parlato sempre di più di “Festa dell’ammalato”, per mettere in risalto non tanto ciò che gli altri fanno per gli ammalati ma il loro stesso protagonismo. Perciò, si tratta di una giornata degli ammalati che si ritrovano insieme per fare una bella esperienza di fede e di Chiesa, facendo festa. Monsignor Orofino, da quando è Vescovo della Diocesi di Tricarico, non solo ha sempre partecipato a questa festa ma l’ha sempre incoraggiata, sostenuta e, soprattutto, ha aiutato la Caritas e l’Unitalsi a lavorare insieme per dare felice testimonianza di appartenenza alla Chiesa nel comune servizio ai fratelli.

Vito Sacco

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