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Papa: padre Pio, un fiume di misericordia in un mistero di dolore

La preghiera “non è un’aspirina né un negozio”. Il cuore di Dio “non è blindato come un sistema di sicurezza”. La preghiera è la chiave per aprirlo. Con immagini immediate il Papa si è rivolto ai circa sessantamila in piazza San Pietro per l’udienza ai gruppi di padre Pio, alla Casa Sollievo della Sofferenza e alla diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo: una festa nella cornice del giubileo, in concomitanza con l’ostensione, fino all’11 febbraio in San Pietro delle reliquie del frate di Pietrelcina, e di padre Leopoldo, altro grande frate-confessore, che papa Francesco ha voluto vicini come segno della misericordia di Dio e del bisogno di perdono di una umanità ferita e dolente. E le cui reliquie – come ha reso noto l’Osservatore Romano – Francesco ha venerato nella Basilica vaticana, trattenendosi «in preghiera personale”. Padre Pio, ha ricordato il Pontefice, è stato un “servitore della misericordia”, “lo è stato a tempo pieno, fino alla sfinimento”, “è diventato un canale di misericordia” e “ha portato nel cuore tante persone e tante sofferenze”, in particolare “ha vissuto il grande mistero del dolore offerto per amore”.

I partecipanti all’udienza, provenienti da tutto il mondo, hanno atteso l’arrivo del Papa ascoltando una meditazione del predicatore della Casa Pontificia Raniero Cantalamessa, e guardando alcuni filmati sulla vita del santo di Pietrelcina, proiettati sui maxischermi. Quando il Papa è entrato in piazza sulla papamobile è stato accolto da un calorosissimo applauso. A un certo punto è sceso dalla macchina per salutare e scambiare qualche parola con una signora anziana e ha poi proseguito il tragitto in automobile, sostando di tanto in tanto a salutare bimbi, anche molto piccoli, e adulti, mentre la piazza intonava l’inno del giubileo. Giunto sul sagrato dopo venti minuti dal suo ingresso in piazza, papa Francesco ha salutato un gruppo di malati, tra cui uno in barella, e ha fatto loro distribuire alcuni rosari. Finito il discorso, poi, si è trattenuto mezz’ora abbondante a scambiare saluti con le persone. L’udienza è cominciata con il saluto del vescovo di Manfredonia Michele Castoro, “Ti aspettiamo a San Giovanni Rotondo”, che ha suscitato un applauso tra la folla, e che il Papa ha ripreso nel suo discorso: “Che chiunque venga nella vostra bella terra, io ho voglia di andarci, eh?, – ha detto, e la piazza è esplosa in un boato – che chiunque venga nella vostra terra possa trovare anche in voi un riflesso della luce del Cielo!”.

Nel discorso preparato e nei numerosi inserti a braccio papa Bergoglio ha sviluppato il tema della preghiera e della assistenza ai malati, assistenza sia materiale che spirituale. “Anche i moribondi, a volte apparentemente incoscienti, partecipano alla preghiera fatta con fede vicino a loro, e si affidano a Dio, alla sua misericordia”, per questo è importante aiutare i malati e anche i moribondi non solo fisicamente ma anche con la preghiera, ha commentato dopo aver raccontato di un suo amico prete in punto di morte. «Io ricordo – ha raccontato – la morte di un amico prete, era un apostolo, un uomo di Dio, ma era in coma da tempo, non era ragionevole e i medici dicevano “non si sa come riesce a respirare””. E’ entrato un altro amico prete – prosegue il racconto di papa Bergoglio – si avvicinò a lui e gli parlò, e lui sentiva, “ma lasciati portare dal Signore, lasciati andare, avanti’; e con queste parole lui si lasciò andare in pace. Tanta gente – ha commentato il Papa – ha bisogno, in tanti malati, che si dicano parole, si diano carezze, si diano le forze per portare avanti la malattia o andare incontro al Signore, hanno bisogno di essere aiutati ad affidarsi al Signore”.

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