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Presenza Lucana – Tradizioni musicali

Un’altra bella e intensa serata culturale si è svolta nella sede di Presenza Lucana, la decima del ventiseiesimo anno, dedicata alla cartella “Tradizioni Musicali” dal titolo “Colonna sonora della Settimana Santa a Taranto: le marce funebri.
Presenza Lucana ha dedicato, annualmente, un suo Venerdì Culturale, allo studio dei Riti della Settimana Santa Tarantina. Nel tempo si sono avvicendati, lo  studioso Aldo Capraro, poi lo scrittore Nicola Caputo, Angelo Diofano, e negli ultimi anni Antonio Fornaro, studioso della tarantinità, da lui curata nei minimi dettagli guarnendola e arricchendola con i personaggi che nel tempo si muovono intorno alla processione, con aneddoti legati alla Pasqua tarantina, in generale. Un’intensa comunicazione  data , nel tempo, dalle dirette televisive, prima di Videolevante, poi di Studio 100 e Blustar  ha arricchito tutti noi con quella conoscenza dettagliata,  formata dalle bellissime statue, dai figuranti, dai simbolismi, dalle musiche che creano, nell’insieme, quell’aria mistica che commuove i cittadini tarantini e tantissimi turisti che, in questo periodo, affollano la città dei due mari.
Tre i relatori, in questo appuntamento, ognuno nel proprio campo, han disegnato quello spaccato di vita legato ai compositori, alle musiche prodotte, agli aneddoti e alla storia, che, nel tempo, hanno reso sempre attraente la Settimana Santa tarantina.
Pierfrancesco Galati di Avetrana, studioso della storia della musica, delle bande musicali e delle tradizioni locali si è soffermato sulle figure dei tanti compositori le cui marce sono entrate a far parte, nel tempo, e si sono affermate come colonne basi sonore a sostegno della Processione sia dell’Addolorata, che si muove dalla Chiesa di San Domenico alle 24.00 del Giovedì Santo, e sia dell’intera Processione dei Misteri che parte il pomeriggio del Venerdì Santo dalla Chiesa del Carmine. Tanti i nomi quelli citati da Galati, che ha presentato, agli intervenuti all’appuntamento, volti e storie che altrimenti avrebbero continuato a vivere nella dimenticanza.
Figura centrale della serata è stata quella del Maestro, Giuseppe Gregucci direttore dell’Orchestra di  fiati Santa Cecilia di Taranto
Il Maestro ha iniziato a dirigere la banda di fiati, allora erano quaranta, tutti dotati di una bellissima divisa, nella processione dell’Addolorata del 2008. Il musicista è anche autore di sei marce funebri e con due di esse ha vinto un Premio Nazionale.
Nel suo intervento Gregucci ha citato il percorso del suo complesso bandistico, con lo stesso nome di quello creato da Luigi Rizzola, Santa Cecilia, settanta anni fa, e le tante difficoltà che, oggi, una banda deve affrontare per continuare ancora ad essere presente sul territorio. È la passione che dà la forza di proseguire un percorso irto di mille difficoltà.
“La mia orchestra nasce per fede ed anche per passione e tradizione musicale”
“Molto è cambiato tra il musicista “operaio”, “U musecante”, di una volta, e quello attuale, di solito diplomato e professionista. Il Maestro ha parlato delle emozioni che si provano all’attacco della marcia funebre dietro le statue e in mezzo a migliaia di persone che ascoltano, con commozione, le note e il suono dei fiati. Ascoltando i nomi dei tanti compositori citati, il Maestro ha espresso il suo grande rammarico per la perdita di tanti spartiti che non hanno potuto rappresentare una guida storico- musicale della nostra città.
C’è da dar merito all’orchestra Santa Cecilia di seguire entrambe le processioni per circa trenta ore. L’orchestra non è solo legata al periodo e alle marce funebri, ma si esibisce anche in altri periodi dell’anno. Certamente le maggiori suggestioni sono vissute durante la processione.
Lo studioso della tarantinità,  Antonio Fornaro che ha, in questi giorni, pubblicato  “Fourcè….’nguè” un dizionario tascabile italo dialettale, utile e indispensabile per conoscere e approfondire la Pasqua tarantina dalla Quaresima alla Settimana Santa, ha illustrato come, nel tempo, la marcia sia diventata elemento importante e indispensabile nella dinamica dei Riti della Settimana Santa che, certamente, sono i più rilevanti a livello europeo.
Il relatore, nel suo intervento si è soffermato sull’aspetto storico della processione e delle marce funebri. È stato Giuseppe Cacace nel 1850 a comporre la prima marcia dal titolo “Inno a Cristo morto”, meglio conosciuta come “Tuppe Tuppe”.
Prima della nascita delle marce erano i suoni delle troccole e dei tamburi che accompagnavano la processione. In età antecedente erano, invece, i canti popolari della passione. La processione della Chiesa del Carmine è nata nel 1850. L’inizio delle bande, invece,  risale al 18887.
Sabato nella città vecchia si è reso omaggio alla figura di Fedele Massante, appassionato e ricercatore delle marce funebri. Nei suoi studi ne ha classificate 240.
Onore e merito a chi ha lavorato e continua a farlo per portare alla conoscenza di tutti, tradizioni e storie che arricchiscono, da più punti, il valore culturale di una città ricca di storia e che, grazie anche alle musiche della Settimana Santa, si presenta al mondo in tutta la sua variegata bellezza.
Il poeta Domenico Semeraro ha letto due belle liriche sul tema. Il pittore Ruggero Di Giorgio ha presentato tre sue tele raffiguranti momenti legati all’argomento trattato.
In chiusura si può affermare che si è tornati, tramite la storia dei compositori, a un mondo antico, pieno di semplicità e di note musicali che nascevano spontaneamente, al pari di una poesia.
Presenza Lucana rende omaggio ai musicisti, riferiti nella serata, citandone i loro nomi: Giuseppe Cacace, Francesco De Benedictis, Domenico Bastia, Vincenzo Canale, Adolfo Bonelli, Francesco Buzzacchino, Domenico Colucci, Luigi Rizzola, Pietro Marincola, Giacomo Lacerenza, Davide Latagliata, Michele Ventrelli, Vincenzo Consenti, Nino Lanave, Vittorio Manente, Nino Ippolito, Angelo Lamanna, Dino Milella, Vincenzo Simonetti e Giuseppe Gregucci.

Michele Santoro

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