26enne poliziotta muore a Taranto. Indagati i medici del ‘Santissima Annunziata’
La Procura di Bari ha indagato per omicidio colposo 11 medici del ‘Santissima Annunziata’ di Taranto per la morte di Valeria Angela Lepore, la 26enne poliziotta penitenziaria in servizio nel carcere di San Vittore a Milano. Il caso della giovane donna, deceduta una settimana fa, potrebbe essere considerato di malasanità, anche se toccherà al magistrato Fabio Buquicchio, che ha già ordinato il sequestro delle cartelle cliniche e l’autopsia sul corpo della vittima, stabilire se ci siano gli estremi. La donna, in vacanza in Puglia, è stata sottoposta a Taranto ad un duplice intervento: uno per l’asportazione di un calcolo renale, l’altro per l’impianto di un polmone artificiale. Ma, per complicazioni operatorie, è stata poi trasferita in Rianimazione a Bari, dove è morta.
I genitori di Valeria non hanno dubbi: il padre della ragazza, ha raccontato: “Stavamo trascorrendo le vacanze a San Pietro in Bevagna, nel tarantino, e Valeria doveva rimanere in ferie sino ai primi giorni di agosto. Era in perfetta salute e non soffriva di alcuna patologia, tant’è che sino a poche ore prima dai fatti si trovava in spiaggia a giocare a racchette col fratello. Improvvisamente ha iniziato ad avvertire dolori lancinanti al fianco destro, all’altezza del rene. Immediatamente l’abbiamo accompagnata presso il Pronto Soccorso di Manduria, dove è stata visitata dal medico e, poi, tenuta per circa 3 ore su una sedia a rotelle. Nostra figlia era stanca di rimanere in quella posizione, dato che continuava a lamentare dolori, così abbiamo chiesto che venisse sistemata su un lettino”.
E questo è stato il prologo al dramma che si sarebbe consumato 24 ore. “Dopo alcuni esami approfonditi, Valeria è stata trasportata al reparto di Urologia dell’Ospedale SS. Annunziata e nel pomeriggio le è salita la febbre. – continua il genitore – Inoltre, nostra figlia ha iniziato ad avere la vista annebbiata e gli occhi arrossati, ed avvertiva anche debolezza nelle gambe, nelle braccia e sudorazione. Quindi è stata portata in sala operatoria”. E qui spunta un particolare inquietante, perché Valeria chiede ad un medico: “Non è che non mi sveglio più?”. A questa domanda l’urologo e l’infermiere hanno risposto con una risata.
In sala operatoria le è stato asportato un calcolo renale. Tutto sembrava concluso, ma sono sorte alcune complicazioni che, come già detto, hanno portato la giovane ad essere ricoverata presso il Policlinico di Bari: “Lì ci hanno informati della gravità assoluta della situazione clinica di nostra figlia, che si rendeva indispensabile procedere all’impianto del polmone artificiale per evitare la morte. E dopo un complesso intervento, il responsabile del reparto ci comunica che, purtroppo, non c’era più attività cerebrale e che sarebbe stato necessario attendere solo l’ufficialità del dato strumentale. Valeria è morta il 17 luglio. Ce l’hanno uccisa”, chiosa il padre di Valeria.