30 anni di Libera, presentato in Regione Puglia il brano musicale di Bungaro e Raffaele Casarano
Guardami negli occhi, non c’è il buio dei silenzi. Prendi il tuo coraggio e le lacrime dei santi. Siamo quella luce di tutti i buchi neri, le parole del futuro e la fede dei sinceri”. Comincia così “Libera”, il brano musicale composto dagli artisti pugliesi Bungaro e Raffaele Casarano per celebrare i 30 anni dalla nascita dell’associazione fondata da don Luigi Ciotti.
La canzone, prodotta con il sostegno della Fondazione Antimafia Sociale ‘Stefano Fumarulo’ della Regione Puglia, è stata presentata questa mattina in Regione Puglia alla presenza dei due musicisti e di Viviana Matrangola (assessora alla Cultura e Legalità della Regione Puglia), Paola Romano (assessora alle Culture del Comune di Bari), Nicola Grasso (assessore alla Legalità del Comune di Bari), Annatonia Margiotta (Sezione Sicurezza del Cittadino, Politiche per le Migrazioni, Antimafia sociale della Regione Puglia) e Marialuisa Pantaleo Fumarulo (presidente onoraria della Fondazione Antimafia Sociale ‘Stefano Fumarulo’). Presenti, per Libera, il coordinatore regionale don Angelo Cassano e la componente del Comitato Etico nazionale Tilde Montinaro.
“Libera”, accompagnato da un videoclip girato e montato da Massimiliano Mammarella, diffuso in queste ore attraverso le pagine social dell’associazione, trasforma in musica l’impegno di Libera nel contrasto non repressivo alla criminalità organizzata e nella costruzione di una cultura pubblica di legalità.
“La canzone – ha raccontato Bungaro – nasce dalla bellissima amicizia con Tilde Montinaro. Ci trovavamo a Calimera per onorare la memoria di suo fratello Antonio, il capo della scorta di Giovanni Falcone. In quella occasione, Luigi Ciotti celebrava una messa e, sentendoci suonare, ci ha chiesto di scrivere un brano per i trent’anni di Libera. Una canzone che, pochi giorni fa, abbiamo suonato a Trapani per la prima volta, durante la XXX Giornata della Memoria e dell’Impegno, davanti a 50mila persone”.
“Il brano – ha aggiunto Raffaele Casarano – è nato dalle emozioni suscitate dal pensiero di Libera e di don Luigi Ciotti, che abbiamo cercato di trasferire in suono. La canzone racconta la memoria di chi ha sacrificato la propria vita per la legalità. Attraverso la musica, linguaggio universale per eccellenza, cerchiamo anche di veicolare un significato di libertà per ricordare, soprattutto alle nuove generazioni, che c’è gente che ha perso la sua vita per consentirci di essere liberi, e che è necessario continuare a impegnarci per la legalità”.
L’incontro è stato l’occasione per raccontare i traguardi raggiunti da Libera nel corso di questi primi 30 anni di impegno sociale. Un impegno nato il 25 marzo del 1995 e realizzato, giorno dopo giorno, insieme a una rete di istituzioni, associazioni, scuole, diocesi, parrocchie, gruppi scout e cittadini organizzati su tutto il territorio nazionale e in un network mondiale che raccoglie organizzazioni di 35 paesi d’Europa, Africa e America Latina.
“Quella avviata 30 anni fa da don Ciotti – ha dichiarato l’assessora regionale Matrangola – è stata un’autentica rivoluzione civile che ha cambiato il nostro modo di concepire l’antimafia sociale. Grazie a Libera, infatti, abbiamo capito che non bastava combattere le mafie nelle aule dei tribunali e attraverso le strategie repressive, e che occorreva una risposta culturale e sociale proveniente dal basso, dai cittadini, dalle parrocchie e dalle scuole. Libera è stata ed è quella risposta”.
Matrangola ha sottolineato che “celebrare l’impegno di questi 30 anni, 25 dei quali vissuti in prima linea da militante dell’associazione, significa ricordare tante mobilitazioni, prima tra tutte la raccolta di firme, un milione, che portò all’approvazione della legge 109/1996 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati. Anni di battaglie portate avanti nel nome delle 1101 vittime innocenti delle mafie. L’impegno però non si è esaurito perché le mafie hanno trovato nuove strade per infiltrarsi nell’economia, nei territori marginali, nei disagi personali e nelle solitudini sociali. La Regione Puglia, anche con il supporto di Libera, sta continuando a fare la sua parte attraverso una strategia integrata coordinata dalla Sezione Sicurezza del Cittadino, Politiche per le Migrazioni e Antimafia Sociale, che prevede azioni di contrasto alle diseguaglianze, nelle quali la criminalità organizzata può insinuarsi, e interventi di rafforzamento delle reti di antimafia sociale, con iniziative rivolte a studenti, cittadini, associazioni e amministratori. Da ultimo, è di prossima pubblicazione il bando sul riuso sociale dei beni confiscati, con 11 milioni messi a disposizione dei Comuni per riscattare gli spazi un tempo simbolo del potere mafioso sui territori”.
Il coordinatore regionale di Libera don Angelo Cassano ha ricordato che “in questi trent’anni, in Puglia, l’antimafia sociale ha fatto tanti passi in avanti. Fino agli anni novanta, in questa regione si faceva fatica persino a parlare dell’esistenza della mafia. In questi anni abbiamo preso più consapevolezza, più coscienza e più conoscenza delle realtà mafiose nelle nostre città e delle diverse dimensioni che le mafie assumono nella nostra regione. Non possiamo però pensare di sederci sulle nostre conquiste, né di vivere questo anniversario solo come un cerimoniale. Non dobbiamo abbassare la guardia perché le mafie stanno cercando di mettere radici nel disagio giovanile. Siamo chiamati a rilanciare la nostra sfida educativa e culturale insieme a tutte le realtà che compongono il coordinamento di Libera e non dobbiamo rassegnarci all’idea che le mafie siano state sconfitte perché non è vero. Le mafie sono vive e investono. Forse non fanno più rumore, ma stanno mettendo radici anche nelle istituzioni, nel turismo e nel mondo imprenditoriale. Non vogliamo ignorare i fatti positivi che ci sono stati e il tanto lavoro che si sta facendo, ma dobbiamo anche dire alla società civile e a tutti noi di restare vigili e attenti, di non delegare l’impegno e di assumerci tutti le nostre responsabilità”.
Marialuisa Pantaleo Fumarulo, madre di Stefano Fumarulo e presidente onoraria della Fondazione Antimafia della Regione Puglia che porta il suo nome, ha ribadito che “la Fondazione cerca di essere vicina a tutti i progetti di antimafia sociale che riguardano la Puglia ed è molto felice di aver supportato la realizzazione del brano di Bungaro e Casarano. Dal 2022, abbiamo partecipato a tante iniziative. Abbiamo lavorato anche con le Forze dell’Ordine e con le Questure, siamo stati al fianco delle donne vittime di tratta e di violenza domestica e, tramite Libera, siamo vicini ai familiari delle vittime di mafia supportando i pullman con cui i ragazzi delle scuole dalla Puglia raggiungono le località in cui si svolge la Giornata nazionale della Memoria e dell’Impegno. Come Fondazione, non dimentichiamo mai quel che ha detto don Luigi Ciotti, e cioè che la legalità è uno strumento e che la giustizia è il fine”.
“Ascoltare la canzone di Bungaro e Casarano – ha detto Tilde Montinaro, componente del Comitato di Libera e sorella della vittima di mafia Antonio Montinaro – è stato come ripercorrere gli ultimi trent’anni di memoria e di impegno. Un pensiero è andato a mia madre perché il suo grido di dolore è stato colto da don Luigi Ciotti ed è approdato all’idea straordinaria di ricercare i tanti nomi delle persone uccise dalle mafie e di leggerli pubblicamente in un’unica giornata, come in una preghiera laica. Siamo partiti leggendone 300 e siamo arrivati, quest’anno a Trapani, a più di 1100. C’è stato un lavoro importantissimo per restituire dignità ad ognuno di essi, ma soprattutto identità. Perché essere chiamati con il proprio nome e cognome è alla base dei nostri diritti. Ascoltare il brano ‘Libera’ è stato quindi un’emozione grande. Soprattutto, è stato emozionante sapere che due artisti di questa terra hanno voluto onorare la nascita di Libera e la figura di nostra madre”.
Per l’assessore alla Legalità del Comune di Bari Nicola Grasso, “Libera svolge da 30 anni un’azione fondamentale perché tiene viva la memoria delle vittime di mafia e consolida l’impegno che le istituzioni e i cittadini di buona volontà devono seguire per evitare che il nostro Paese sia funestato da ulteriori lutti. Sappiamo purtroppo che nella nostra città, a Bari, c’è stata una nuova vittima di mafia, Antonella Lopez, e questo sta a significare che il nostro lavoro non è finito e deve proseguire nelle scuole, nelle parrocchie e in tutti i luoghi di aggregazione per fare in modo che i giovani siano i primi a cogliere gli aspetti deleteri e drammatici della mafia e della criminalità organizzata e possano creare una loro convivenza sui principi e sui valori costituzionali. La lezione di Libera e di don Ciotti e l’impegno di tutti i familiari delle vittime di mafia attraversa e ispira anche il Comune di Bari, che promuove numerose iniziative per la legalità”.
Paola Romano, assessora alle Culture del Comune di Bari, ha ricordato che “come amministrazione comunale, anche in questo mandato, siamo ispirati dal motto di don Luigi Ciotti secondo il quale occorre ‘smettere di commuoversi e iniziare a muoversi’. Abbiamo costruito una strategia trasversale per fare la nostra parte nella lotta non repressiva alla criminalità organizzata, restituendo alla collettività dei beni confiscati e trasformandoli in luoghi di socialità, di cultura e in asili nido, ma anche collaborando con gli enti del terzo settore come Libera per azioni di promozione culturale. Abbiamo organizzato tantissime manifestazioni culturali perché siamo convinti che con la prossimità e con la cultura dal basso possiamo sconfiggere la mafia”.