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34enne leccese morso dalla ‘Vedova Nera’

Un 34enne di Lecce è finito in ospedale dopo essere stato morso dalla ‘Vedova nera’, il ragno dal morso velenoso. Il giovane era in compagnia di un amico nei pressi di un uliveto, a poca distanza dall’aeroporto ‘Lecce-Lepore’, nelle campagne intorno alla cosiddetta via del Fondone, la strada provinciale per la marina di San Cataldo. L’uomo era intento a raccogliere piante officinali quando, all’improvviso, ha sentito una puntuta alla gamba. In pochi minuti ha avvertito dolori addominali e lombari che, col passare del tempo, sono diventati sempre più forti, uniti a sudorazione, crampi e tremori.
Condotto al ‘Fazzi’ di Lecce, è stato sottoposto alle cure del medico Roberto Pepe, leccese, infermiere professionale specializzato in anestesia, ma anche aracnologo per conto del Museo di Storia Naturale e Osservatorio Faunistico provinciale, con sede a Calimera. Il dottor Pepe ha subìto capito che quel morso non poteva che essere della ‘Vedova Nera’, dal momento che arrivato al Pronto Soccorso del nosocomio leccese, tutti hanno faticato a capire la natura del malessere. L’uomo è stato ricoverato in osservazione nel reparto di Stroke Unit di Neurologia. I medici scioglieranno la prognosi non prima di 12-24 ore. La sua cura, attualmente, è a base di flebo di calcio gluconato. Il decorso, solitamente, può avere conseguenze drammatiche se non si interviene subito, dato che la sintomatologia è complessa e può produrre anche attacchi di panico.
La ‘Vedova Nera’ (nome scientifico della specie presente in Italia Latrodectus tredecimguttatus), secondo gli esperti del settore, è un ragno difficile da trovare, se non nella macchia mediterranea più degradata. Raramente il suo morso è letale. L’ultimo episodio di cronaca a tal riguardo nella provincia di Lecce è avvenuto il 4 luglio 1996, ed ha dato anche vita a pubblicazioni scientifiche. Il Salento, poi, è legato strettamente alla ‘Vedova Nera’ da un’antica tradizione, visto che da questi ragni trae spunto il fenomeno del tarantismo e della ‘pizzica’.

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