60mila i pugliesi beneficiari della cassa in deroga
“Da una settimana è attiva la piattaforma regionale sul sistema SINTESI per la presentazione delle domande di Cassa Integrazione in Deroga.Per la Regione Puglia è immediatamente disponibile una prima tranche pari a 106,5 milioni di euro, destinati al trattamento della Cassa integrazione in deroga. Ad oggi le aziende che hanno fatto richiesta sono state 16720 per un
totale, ad oggi, di 59725 lavoratori pugliesi coinvolti”: lo comunica il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, ribadendo che “Nessuno sarà lasciato solo. Né lavoratori né aziende”.
L’assessore all’Istruzione, alla Formazione e al Lavoro Sebastiano Leo ricorda che i destinatari del trattamento di CIG in deroga sono i datori di lavoro del settore privato con unità produttiva nel territorio della Regione Puglia, ivi inclusi quelli agricoli, della pesca e del terzo settore compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti, per i quali non trovino applicazione le tutele previste dalle vigenti disposizioni in materia di sospensione o riduzione di orario, in costanza di rapporto di lavoro, ivi comprese quelle dei Fondi di Solidarietà Bilaterali di cui all’art. 27 del D.Lgs. n. 148/2015 e che i beneficiari del trattamento sono i lavoratori subordinati anche a tempo determinato, in forza al 23 febbraio 2020 con le seguenti
qualifiche: operai, impiegati, quadri.
“Con le parti sociali, datoriali e sindacati, con grande responsabilità abbiamo sottoscritto per la Cassa integrazione in Deroga un Accordo Quadro ampio e inclusivo – dichiara l’assessore Sebastiano Leo – Siamo stati una delle prime regioni in Italia e per questo voglio ringraziare tutti i protagonisti di questo straordinario accordo. Vorrei inoltre ringraziare l’INPS regionale e la Sezione Lavoro della nostra regione per l’importante contributo che stanno dando per agevolare il lavoro dei professionisti per la presentazione delle pratiche di cassa”.
“Abbiamo le risorse da destinare ai lavoratori interessati alla cassa. Ricordo – spiega l’assessore – che per le regioni italiane, sono disponibili 3,3 miliardi di euro destinati al trattamento della Cassa Integrazione in Deroga, come stabilito dal Decreto Cura Italia. Per la nostra regione è immediatamente disponibile una prima tranche pari a 106,5 milioni di euro su un totale stanziato dal governo di circa 1,3 miliardi di euro. Le restanti risorse, cioè 2
miliardi, saranno attribuite alle regioni da parte del Governo anche sulla base del tiraggio, cioè del numero delle domande presentate e del monte economico da queste sviluppato”.
“Il Governo dovrebbe garantire comunque tutte le coperture economiche necessarie al soddisfacimento della totalità delle domande. Alle ore 21 di ieri sera abbiamo registrato sulla nostra piattaforma chiamata SINTESI ben 16.720 domande di cassa, che sviluppano un numero di lavoratori interessati di 59.725 e che sviluppano, pertanto, un importo di CIGD di
68,5 milioni di euro. La macchina – conclude l’assessore regionale – è quindi attivata, abbiamo costituito una task force di circa 30 persone e dalla prossima settimana inizieremo a lavorare le pratiche che invieremo all’INPS per la relativa erogazione. Governo nazionale, Regione, datoriali , sindacati, professionisti, Inps stiamo lavorando tutti insieme per non lasciare nessuno da solo”.
“In Puglia – commenta il consigliere del Presidente Domenico De Santis – stiamo provando a non lasciare nessuno solo, davvero. Abbiamo, a differenza delle altre regioni, allargato oltre agli operai, agli impiegati e ai quadri, la cassa integrazione in deroga per i soci delle cooperative, per i lavori somministrati, per gli apprendisti, per i lavoratori con contratto
intermittente, per gli operai agricoli e per tutti i pescatori, sia armatori che non. È molto importate in questo periodo provare a costruire un sistema in cui sostanzialmente nessuno deve rimanere solo. Io voglio ringraziare il lavoro straordinario del nostro apparato amministrativo che sta celermente istruendo le pratiche per far si che, quanto prima, arrivi la cassa integrazione nelle tasche dei lavoratori”.