Voto regionali: la sinistra rifletta sulla sua funzione e ruolo politico
Il primo perché si sono svolte in tempi non coincidenti con il voto in tutto il Paese (amministrative). Il secondo perché avvenute a causa di dimissioni anticipate in seguito alla inchiesta rimborsopoli. Nonostante ciò non si può non partire da un’analisi comparata con le altre tornate elettorali, avendo attenzione prima di tutto alla partecipazione e valutando il voto sotto l’aspetto politico più sui dati assoluti che in termini percentuali.
Hanno partecipato al voto 273.794 ( 47,6%) cittadini, hanno disertato le urne 83.813, (15,2 %) rispetto alle scorse regionali e 57.018 rispetto alle ultime elezioni politiche di febbraio 2013.
Il dato più significativo, di queste regionali, attiene alla presenza della lista grillina, assente nel 2010 e presente alle politiche del 2013, quando ha ottenuto un risultato più che significativo pari a 76.260 voti (24,%).
Centro destra e centro sinistra, in termini assoluti hanno perso, il primo 42.300 voti rispetto al 2010 ed il secondo 54.599 voti a causa sia della riduzione della partecipazione che dei voti andati ai grillini e sia per l’astensionismo. Si tenga conto che Sel nel 2013 e andata da sola.
Sarà pure una affermazione/constatazione banale, come affermato da qualcuno, ma il primo e più significativo dato attiene alla partecipazione al voto pari al 47% degli aventi diritto.
Per la prima volta in Basilicata, si registra una partecipazione inferiore alla soglia del 50%
Voto a Sinistra, Ecologia, libertà.
In termini assoluti il voto a SEL è praticamente quasi uguale a quello ottenuto nel 2010 con una accentuazione della differenza fra le due province. In particolare, nella provincia di PZ si è assistito ad un voto molto meno omogeneo rispetto alle scorse regionali quando lo scarto sia fra aree territoriali che fra candidati è stato meno evidente. Ciò è dipeso prevalentemente da una condizione politica totalmente differente che ha portato nel 2013 ad una composizione delle due liste, in particolare nella provincia di potenza, assolutamente non corrispondente alla dimensione e radicamento di SEL nel territorio.
Una lista costruita più tenendo conto delle dinamiche politiche interne (si sono trasferite in SEL dinamiche e comportamenti tipici di altre esperienze fallimentari per la sinistra) che del primario obiettivo di garantire una rappresentanza equilibrata all’intero territorio.
L’esempio più eclatante riguarda l’area del Vulture dove, a fronte di presenze importanti nelle istituzioni e con insediamenti produttivi consistenti come SATA e suo indotto, agroalimentare e attività agricole (forte insediamento operaio), SEL ha presentato un solo candidato a Rionero e uno a Montemilone lasciando scoperti comuni quali Melfi, Lavello e Venosa, nel mentre su Potenza città sono stati candidati 4 compagni/e su una lista provinciale di 10. In aggiunta a quanto accaduto nel Vulture, si evidenzia la scopertura dell’intero Alto Bradano dove pure vi è un circolo rappresentativo come quello di Oppido Lucano e a Genzano una presenza nell’amministrazione di un vice sindaco e un consigliere di SEL.
Nonostante tutto ciò, e con una partecipazione al voto di 273.794 cittadini, SEL ha ottenuto nella provincia di Potenza 861 voti in più in assoluto rispetto alle regionali del 2010 pur in presenza dell’abbassamento dell’affluenza di 15,72 punti percentuali. Lo stesso non lo si può dire per Matera dove invece si sono persi in termini assoluti 1475 voti (5103 nel 2010 e 3628 nel 2013). Il dato complessivo regionale corrisponde a – 614 voti ma con una percentuale pari al 5,16%. Più 1,17 rispetto al 2010.
Un risultato inferiore rispetto alle politiche del 2013 quando SEL alla Camera ha registrato 18.357 voti. Un risultato, quello regionale, sicuramente non negativo ma certamente non corrispondente alle potenzialità di SEL stante la rete di insediamento e una rappresentanza istituzionale non secondaria fra Parlamento, Regione, Province e Comuni.
Alla luce di questi dati, su due punti politici andrebbe fatto un approfondimento sulla base di una indagine e lettura più mirata: la scelta di stare fuori dal centrosinistra da una parte e l’andamento del voto fra i lavoratori del mondo produttivo, a partire dalle realtà più significative quali FIAT e indotto per Potenza e l’area del salotto per Matera dall’altro.
Fermo restando la necessità di fare una vera e propria inchiesta in queste realtà, da una analisi, seppure approssimativa, dei voti nelle aree più attigue agli insediamenti citati, il dato che viene fuori, conferma, almeno per quanto riguarda la sinistra, quanto da tempo vanno affermando gli analisti e cioè che è quasi del tutto scomparso il “voto di classe”, di appartenenza sociale. Con ciò però non si può assolutamente affermare che il voto operaio è più ai partiti di centro. Sicuramente quello alla sinistra , a noi come alle altre forze a sinistra del PD, non è adeguato essendosi orientato il voto di protesta anche di quest’area sociale, alle liste grilline.
Si ripropone quindi, per NOI, il tema della qualità e quantità di iniziativa politica autonoma nei luoghi di lavoro verso il mondo del lavoro produttivo, avanzando proposte sulla condizione lavorativa, i diritti, il sistema di relazioni ecc. tali anche da aiutare i soggetti della rappresentanza sociale a ricostruire l’unità del mondo del lavoro, e quindi un terreno di confronto e partecipazione democratica capace di cambiare gli attuali rapporti di forza.
In sintesi, NOI non possiamo immaginare il nostro consenso politico per luce riflessa e loro, le Organizzazioni Sindacali, l’associazionismo e i movimenti, considerarci solo soggetti di sostegno per le loro rivendicazioni. Una condizione questa che danneggia entrambi.
Detto ciò, tornando alla analisi complessiva del voto, tre sono i punti su cui riflettere ed a cui dare una risposta politica.
Il primo, il centrosinistra ha vinto con quasi la stessa percentuale delle precedenti regionali ed il PD unitamente alla lista del presidente prende in valore assoluto 96.591(+ 9457) voti. La sola lista PD perde 28.404 voti a favore della lista del presidente e delle altre liste alleate.
Il secondo attiene al rapporto fra i cittadini e la politica; in particolare all’idea sul ruolo e la funzione dei partiti, a seguito della crisi di rappresentanza dei partiti, attaccati su tutti i fronti in quanto non più luogo di sentire comune, appartenenza, costruttori/portatori di valori. Si è consolidata la cultura dell’IO e non del NOI, anche grazie agli scandali ed alle ruberie.
“Sono tutti uguali”, è il sentire comune. La distinzione, purtroppo, non è fra partiti ma persone. Non ci sono zoccoli duri che tengono, da nessuna parte. Tiene solo quello degli interessi costruito intorno a Berlusconi.
Per la Basilicata ciò è in parte dimostrato dal fatto che mentre SEL, che è un partito, prende senza alcuna forza concorrente a sinistra del PD 12.818 voti, la lista nata in due mesi dalla sommatoria diqualche pezzo dell’ex IDV più singole personalità raccoglie 8.160 voti, a conferma che il voto sta sempre più diventando personale e non politico.
Il terzo punto attiene, alla luce dei risultati, alla impostazione politica da dare all’azione della nostra rappresentanza, in Regione, e negli altri enti e quindi alle relazioni con il PD e le altre forze del centrosinistra. Un punto dirimente, quindi, per la ricostruzione di un altro centro sinistra.
Un centrosinistra in cui la sinistra nelle sue diverse componenti assume un ruolo non marginale o di mera testimonianza, tema quest’ultimo da assumere come punto centrale nella ripresa di una discussione franca ed aperta in SEL e con l’arco delle forze progressiste e di sinistra, considerata la difficile condizione economica e sociale della regione nonché le prossime scadenze elettorali, a partire dalla città capoluogo.
Potenza lì 07.12.2013
Roberto Rizzi (coordinatore cittadino SEL Potenza)
Ivan Vito Santoro (consigliere provinciale di Potenza)
Giannino Romaniello (consigliere regionale)