Truffa all’Asl di Foggia. Sette condanne
Sette condanne, con condanne che vanno dai 16 mesi a 3 anni e 8 mesi di reclusione, nel processo abbreviato ‘spending review’ a 7 tra medici, dipendenti dell’Asl di Foggia e fornitori accusati a vario titolo di associazione per delinquere; truffa ai danni dell’Asl, quantificata dall’accusa in un milione e mezzo di euro in relazione all’acquisto di taglia-aghi e sistemi informatici di telemedicina, con le spese che sarebbero state gonfiate; corruzione; falso e turbativa d’asta per fatti avvenuti tra il 2007 e il 2011 tra Foggia, San Severo e Urbino. Per altri 13 imputati, rinviati a giudizio nel marzo 2013, si sta celebrando il processo davanti ai giudici della prima sezione penale, che riprenderà tra due settimane con l’interrogatorio del primo testimone d’accusa.
Mercoledì il gup Antonio Buccaro, al termine del processo abbreviato chiesto da 7 dei 20 imputati dell’inchiesta ‘spending review’, ha inflitto 3 anni e 8 mesi a Stefano Frongia , 51 anni di Urbino, imprenditore e amministratore della ‘Effe multy utility’ che brevettò il dispositivo taglia-aghi, accusato di associazione per delinquere, truffa, corruzione e turbativa d’asta. Inflitti 2 anni e 6 mesi di reclusione a Sabino Conte, 59 anni, di Cerignola, che all’epoca dei fatti era addetto all’area gestione risorse finanziarie dell’Asl, accusato di associazione per delinquere, truffa e corruzione. Per Nicola Perrella, 68 anni, invece, all’epoca dei fatti capo dell’area gestione risorse finanziarie dell’Asl, l’accusa è di falso e truffa.
Condannati infine ad 1 anno e 4 mesi di reclusione a testa Giuseppe Altieri, 59 anni, medico sanseverese, all’epoca dei fatti direttore della struttura complessa di anestesia e rianimazione dell’ospedale di San Severo; Paolo De Marzo, 62 anni, medico barese, all’epoca dei fatti direttore della struttura complessa di ginecologia e ostetricia dell’ospedale sanseverese; Lucio Fernando Ferrozzi, 62 anni, foggiano, all’epoca dei fatti direttore della struttura complessa di chirurgia generale dell’ospedale sanseverese; e Paride Morlino, 54 anni, foggiano, all’epoca dei fatti direttore della struttura complessa di malattie dell’apparato respiratorio dell’ospedale di Torremaggiore, accusati a vario titolo di falso e truffa. Tutti gli imputati, con l’eccezione di Frongia e Conte, hanno ottenuto la sospensione della pena.
La sentenza di primo grado collima con le richieste del pm Antonio Laronga, che coordinò le indagini dei Carabinieri del Nas, e che al termine della requisitoria aveva chiesto la condanna dei 7 imputati; il nutrito collegio difensivo sollecitava l’assoluzione e farà appello contro il verdetto di ieri, come anticipato dall’avv. Antonio Merlicco, difensore di Conte. Gli imputati dovranno risarcire i danni (ancora da quantificare in sede civile) all’Asl costituitasi parte civile con l’avvocato Aurelio Follieri.
L’inchiesta di Procura foggiana e Carabinieri del Nas di Bari sfociò nel blitz del 7 giugno del 2012, che portò all’arresto di 10 persone, con 20 imputati nel processo (13 a giudizio, 7 hanno scelto il rito abbreviato). L’indagine ruota sulla fornitura fatta all’azienda sanitaria locale foggiana di 149 dispositivi ‘taglia-aghi’ da usare in ospedale e ambulatori per distruggere le siringhe usate con relativi 361 contenitori monouso, costati complessivamente all’Asl foggiana 626mila euro, e sulla fornitura di 4 sistemi informatici di telemedicina, detti ‘Tmed’, destinati ai reparti di cardiologia di tre ospedali della provincia, pagati dall’Asl 823mila euro. Secondo l’accusa, i prezzi sarebbero stati gonfiati, e l’Asl truffata. Gli investigatori ritengono che, in occasione degli arresti, un taglia-aghi ha un costo commerciale di 240 euro ma veniva pagato dall’Asl 3240 euro; un ‘T-med’ ha un costo commerciale di 30mila euro, ma l’Asl pagava 208mila euro per acquistarlo.