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Europee. Bordo (Pd) a Berlino: “Mettiamo l’Ue al riparo dai populisti e puntiamo su legislatura ‘costituente’”

“Se non vogliamo consegnare l’Europa in mano ai populisti e avere il Parlamento europeo più anti-europeo della storia, in queste ultimi giorni di campagna per le elezioni europee dobbiamo lavorare perché la prossima legislatura europea venga percepita dai cittadini come ‘costituente’, volta ad avviare un processo di riforma dell’Unione in senso federale e democratico, con il pieno coinvolgimento dei parlamenti nazionali”. Lo ha detto il presidente delle Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd, al Bundestag a Berlino durante un incontro con la Commissione tedesca per gli Affari dell’Ue.
“L’obiettivo dell’integrazione politica in senso federale – ha detto Bordo – sarà pertanto uno dei pilastri del semestre di Presidenza del Consiglio che l’Italia assumerà nella seconda metà del 2014. Questi processi dovranno accompagnarsi a una maggiore ‘parlamentarizzazione’ dell’Ue, passo fondamentale per riavvicinare l’Europa ai cittadini, purché proceda secondo un approccio cooperativo e non competitivo tra il Parlamento europeo e i parlamenti nazionali”.
“Paradossalmente, infatti, la crisi non ha segnato una svolta verso una maggiore integrazione e solidarietà tra i nostri Paesi e i nostri popoli ma ha amplificato egoismi nazionali basati su visioni parziali e distorte del funzionamento dell’Unione. In Germania e nei Paesi del Nord Europa l’opinione pubblica è diffidente verso l’integrazione europea in quanto sembra dominata dal timore di dover condividere e in qualche modo ‘pagare’ per i debiti e le inefficienze dei Paesi mediterranei. Allo stesso tempo in Italia e in altri Paesi mediterranei cresce l’ostilità verso la Germania e i Paesi del Nord Europa, considerati responsabili, per le politiche di rigore imposte dall’Unione, degli effetto sociali della crisi e della mancata ripresa economica. In realtà tutti i nostri Paesi traggono enormi benefici dal processo di integrazione europea” ha spiegato Bordo.
“C’è tuttavia una parte di profonda verità nelle preoccupazioni dei nostri cittadini: l’austerità contabile rischia di demolire l’Ue. Il rispetto del Patto di stabilità e crescita sta producendo, nel caso italiano, il risultato paradossale di non consentire di spendere adeguatamente gli stanziamenti dei fondi strutturali, essendo la quota di cofinanziamento nazionale computata ai fini del calcolo del deficit e del debito pubblico. E la stagnazione economica e l’instabilità sociale di un Paese dell’area euro non può che essere un problema comune. Occorre allora definire un equilibrio avanzato tra il necessario consolidamento delle finanze pubbliche e l’obiettivo di rilanciare la crescita con misure che producano effetti immediati, soprattutto in favore dell’occupazione giovanile”.

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