Restyling sito Val d’Agri, per la CSAIL è il classico specchietto per le allodole
“Non sarà certo un sito più accattivante per grafica, fotografie e documenti arcinoti a modificare il nostro giudizio deludente sul Programma Operativo Val d’Agri-Camastra-Sauro”. E’ quanto afferma il Csail in una nota a firma del presidente Filippo Massaro. La prova provata del tentativo di spacciare novità per una semplice rivisitazione del portale del P.O.: basta cliccare nella parte riservata alla ricerca di notizie contenute nel sito le parole “nuovi posti lavoro” per verificare – si legge nella nota – che alla quantità di spesa derivante dalle royalties del petrolio non sottratte ai due comprensori petroliferi (Val d’Agri e Sauro) non corrisponde l’occupazione se non stagionale o comunque precaria per poche decine di unità. Altro che grandi novità di restyling annunciate in pompa magna dal Governatore-sceicco De Filippo come l’introduzione della nuova sezione del sito denominata “Risultati in pillole”, si tratta, piuttosto – commenta Massaro – di “pillole di risultati”. Ci potevano pertanto risparmiare una conferenza stampa di presentazione perché “il popolo del petrolio” – aggiunge il presidente del Csail Massaro – non può più accontentarsi di “nuove funzionalità del sito che, come ha evidenziato il dirigente regionale Francesco Pesce, gli permettessero di avere un quadro condiviso delle azioni e dei programmi che l’Ente sta attuando”. Nessuno disconosce o sottovaluta la quantità di nuove e vecchie informazioni che si possono ottenere dalla consultazione del portale, aspetto sempre rilevante perché si alza il tasso di informazione e quindi di democrazia. Ma quello che non ci convince è l’atteggiamento di chi pensa ancora di utilizzare il classico e vergognoso “specchietto delle allodole” per tenere buoni i cittadini che a differenza delle allodole non si lasciano abbagliare dai riflessi per cadere in trappola. E allora perché il sito non aggiorna sulla fuga dei giovani dai comuni dei comprensori petroliferi, su quante aziende hanno chiuso nel 2010 e su quante famiglie sono indebitate con banche, società finanziarie e persino usurai? . Del cosiddetto “ponte web” tra Amministrazione e cittadino francamente non sappiamo cosa farcene perché somiglia al fantasioso ponte di Messina”.