Garanzia Giovani, Cgil Cisl Uil: “Non sia un altro Ponte per la disoccupazione”
Il programma Garanzia Giovani, al centro ieri di un incontro con la giunta regionale e le associazioni imprenditoriali, parte con notevole ritardo rispetto alla tabella di marcia imposta dall’Unione Europea e rischia di replicare, se non interverranno correttivi, l’esperienza, non del tutto positiva, del “Ponte per l’occupazione” o di provvedimenti analoghi. Al momento, nonostante l’avvio ufficiale fosse stabilito dal 1° maggio, il sito della Regione Basilicata è desolatamente spoglio di offerte, tant’è che dei già pochi giovani lucani finora registrati, circa 1.600, un migliaio ha preferito rivolgersi ad altre regioni, per lo più del Nord, che già offrono tirocini, percorsi formativi e contratti di apprendistato.
La battuta di arresto si è registrata sul piano proposto dalla Regione che ha suscitato molte perplessità, tanto nelle forze sociali quanto in quelle imprenditoriali. Ancora una volta la proposta ruotava prevalentemente intorno a percorsi di formazione professionale non finalizzati, riproponendo il modello più volte visto con progetti precedenti, non ultimo il già citato “Ponte per l’occupazione”, i cui risultati occupazionali e di spesa sono noti a tutti.
La finalità di Garanzia Giovani è in realtà quella di creare in tempi estremamente rapidi un collegamento tra i giovani fuoriusciti dai percorsi di istruzione e il mondo del lavoro, garantendo loro per un breve periodo un sostegno al reddito. In tal senso la proposta di Cgil, Cisl e Uil è quella di investire direttamente sui giovani, con una scossa positiva, fatta di ricorso ad apprendistato e tirocini, chiedendo alle imprese di integrare i compensi ai giovani neet lucani (cioè ai giovani che non studiano e non lavorano) e concentrando poi gli interventi (da quelli previsti dalla finanziaria regionale alle risorse del c.d. “pacchetto Letta”, ecc. per poi favorirne l’assunzione).
Su questo punto si è registra nel corso del confronto in Regione la convergenza tra organizzazioni sindacali e datoriali nella volontà di puntare sui tirocini formativi quale principale canale di primo accesso al mercato del lavoro e nello stabilire la compartecipazione delle imprese all’indennità corrisposta al giovane tirocinante.
Si tratta di una prima e immediata risposta per far partire, ancorché con notevole ritardo, Garanzia Giovani anche in questa regione e contemporaneamente avere il tempo per articolare un progetto che possa prevedere interventi mirati su tre capitoli: incentivare il recupero scolastico dei giovani di 15-19 anni attraverso convenzioni con il sistema scolastico pubblico; definire dei percorsi formativi finalizzati in ragione delle esigenze delle aziende e dei settori che prospettano maggiori possibilità di occupazione; sostenere l’auto-impiego e le assunzioni stabili, in una logica di sistema anche con le risorse di derivazion comunitarie.
Queste attività potranno però essere sviluppate in maniera credibile solo sulla base di una coerente lettura della realtà economica e produttiva della nostra regione; per questo Cgil Cisl Uil propongono da tempo la costituzione di un osservatorio regionale sul mercato del lavoro che in maniera oggettiva possa offrire una visione elaborata e partecipata da tutti gli attori economici e sociali di dati e di tendenze attendibili su cui basare le previsioni che fino ad oggi, è sensazione di tutti, siano elaborate in maniera piuttosto approssimativa, senza alcuna forma di attendibilità scientifica e in assenza di confronto e condivisione.
In questo contesto i centri per l’impiego dovranno garantire immediatamente – e riteniamo che siano nelle condizioni di poterlo fare – la registrazione e l’orientamento di primo livello dei giovani e l’assistenza ai tirocini formativi che saranno attivati; nel contempo, insieme alle agenzie provinciali di formazione e orientamento, dovranno costituire la spina dorsale di tutto il programma Garanzia Giovani in previsione di un suo ampliamento curando la sottoscrizione delle necessari convenzioni con il sistema scolastico pubblico, con l’università e con il sistema imprenditoriale.