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Gli appuntamenti estivi del MIG

Anche quest’anno, nell’ambito delle manifestazioni estive, per iniziativa del MIG Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”, in collaborazione con la Pro Loco e il Forum dei Giovani, le piazze di Castronuovo Sant’Andrea saranno animate da una serie di iniziative culturali interessanti e assolutamente da non perdere.
Il primo appuntamento in calendario, previsto per giovedì 14 agosto 2014, alle ore 21.30, vedrà Piazza G. Marconi, lo spazio antistante il MIG e l’Atelier “Guido Strazza”, trasformarsi in un suggestivo cinema all’aperto per accogliere la proiezione della pellicola originale e recentemente restaurata del film “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini, in occasione del suo cinquantesimo anniversario e della grande mostra attualmente in corso a Matera, nelle sale di Palazzo Lanfranchi e del MUSMA. Castronuovo e i paesi del circondario (Roccanova, S. Arcangelo, S. Chirico Raparo, Senise, Calvera, Carbone, Spinoso, Montemurro, S. Martino d’Agri,Episcopia, Aliano, Teana) daranno il loro contributo per portare Matera nel 2019. Ospiti della serata saranno il Sindaco di Matera, Salvatore Adduce, e Marta Ragozzino, Soprintendente ai Beni Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata. La Dott.ssa Ragozzino racconterà la genesi del film e la sua realizzazione a Matera e in altri siti lucani.
Domenica 17 agosto 2014, a partire dalle ore 18:00, nel suggestivo scenario di Piazza Castello, come ormai consuetudine dal 1980 grazie all’attività della Pro Loco, si ripeterà la “Serata della Cultura”, condotta da Mario Trufelli e rivolta alla cultura coniugata nei suoi diversi aspetti, senza mai dimenticare il territorio. Cogliendo l’occasione dell’antologica di grafica ospitata al MIG, dedicata alle xilografie di Émile Bernard e all’opera di Antonietta Raphaël Mafai, Giulia Mafai racconterà la madre attraverso la presentazione del suo libro “La ragazza con il violino” (Skira Editori, 2013). Seguirà il ricordo delle vicende relative alla realizzazione della Porta della Morte, plasmata da Giacomo Manzù (Bergamo, 22 dicembre 1908 – Roma, 17 gennaio 1991) per la Basilica di San Pietro in Vaticano grazie al sostegno morale e iconografico di Don Giuseppe De Luca (Sasso di Castalda, 15 settembre 1898 – Roma, 19 marzo 1962) e inaugurata da Paolo VI il 28 giugno 1964. Nel suo cinquantesimo anniversario, l’opera bronzea di Manzù verrà commemorata con una mostra di immagini e documenti e la presentazione del fumetto di Giulio Giordano dal titolo “Papa Giovanni XXIII, Don Giuseppe De Luca, Manzù, i peperoni “cruschi” e la porta di San Pietro” (Lavieri Edizioni, 2014), eseguito grazie all’assistenza della Red House Lab – Scuola lucana di fumetto e la direzione di Giuseppe Palumbo. Faranno da cornice alla serata, la cronaca fotografica sulla residenza dello scultore Roberto Almagno a Sella del Titolo per la preparazione della prossima mostra personale a Londra, curata da Silvano di Leo e in mostra sulle pareti del Palazzo Marchesale, e le dieci litografie del 1966 di Saul Steinberg allestite all’interno dell’Atelier “Guido Strazza”.
Per concludere, venerdì 22 agosto 2014, alle ore 21:30, in Piazza G. Marconi, in MIG e il Forum dei Giovani, ripropongono Parole in Musica: la canzone d’autore italiana”, giunta quest’anno alla sua III edizione e dedicata alla produzione musicale del noto cantautore italiano Lucio Dalla, presentato attraverso l’analisi e il commento di alcuni suoi brani, video-proiezioni inedite e musica dal vivo.
BIOGRAFIE
Giacomo Manzoni (Manzù in dialetto bergamasco) nasce a Bergamo il 22 dicembre 1908. Ad appena undici anni, comincia a lavorare presso l’intagliatore e doratore Dossena, dove emergono subito le sue doti nel plasmare la materia. Nel 1929, dopo un breve soggiorno a Parigi, va a vivere a Milano, dove l’architetto Giovanni Muzio gli commissiona la decorazione della cappella dell’Università Cattolica, che verrà eseguita tra il 1931 ed il 1932. Nel 1933, espone alla V Triennale Internazionale di Arti Decorative di Milano una serie di busti che gli valgono numerosi apprezzamenti. La fama dello scultore bergamasco inizia ad affermarsi rapidamente, come testimoniano le autorevoli mostre che culminano con la personale, a lui dedicata nel 1937, alla Galleria della Cometa a Roma, presentata in catalogo da un testo di Carlo Carrà. Da questo momento le opere di Manzù sono esposte nelle mostre più prestigiose a Milano, Parigi e New York. Nel 1938 gli viene riservata una Sala Personale alla XXI Biennale di Venezia. Nel 1940 diventa titolare cattedra di scultura dell’Accademia Albertina di Torino, e dell’Accademia di Brera di Milano. Nel 1943 alla IV Quadriennale di Roma si aggiudica il “Gran Premio”.Nel 1947 si inaugura, a Palazzo Reale, a Milano, la prima grande antologica dedicata a Giacomo Manzù. Lo stesso anno Manzù decide di partecipare al concorso, indetto dal Vaticano, per la realizzazione di una porta della Basilica di San Pietro. Nel 1948 partecipa alla XXIV Biennale di Venezia e vince il “Premio della Scultura” ex aequo con Henry Moore. Viene ammesso al concorso di secondo grado per la realizzazione della Porta di San Pietro. Negli anni che seguono, Manzù dedica la maggior parte del tempo allo studio dei bozzetti per la porta vaticana, fin quando, nel gennaio del 1952, riceve la commissione ufficiale per la Porta di San Pietro che avrà per tema il “Trionfo dei Santi e dei Martiri della Chiesa”. Nel 1955 gli viene commissionato l’incarico di eseguire la Porta centrale del Duomo di Salisburgo, seguendo il tema dell’amore. A prova del suo talento, nel 1956, gli viene riservata una sala personale alla XXVIII Biennale di Venezia, con la presentazione in catalogo di Cesare Brandi. In questa occasione il caro amico Don Giuseppe De Luca gli presenta il Patriarca di Venezia, Angelo Giuseppe Roncalli, che due anni dopo diventerà Papa con il nome di Giovanni XXIII. Nel 1958 viene inaugurata la Porta dell’Amore a Salisburgo, dove compaiono elementi che saranno poi ripresi nella Basilica Vaticana. In questo anno lascia Milano per trasferirsi a Roma, dove ha modo di seguire meglio i lavori per la porta di San Pietro. Nel 1961 viene autorizzato, da Papa Giovanni XXIII, a modificare il tema originario della Porta di San Pietro ne La Porta della Morte. Si consolida, tra il Pontefice e l’artista, una stima reciproca che porta Manzù a impegnarsi nelle numerose opere commissionategli dal Papa. Tra queste l’emblema del Concilio Vaticano II richiestogli nel 1962, per il pavimento del portico di San Pietro. Il legame consolidato con il Pontefice, giunge a termine nel 1963 con la morte di Papa Roncalli. In questa triste occasione, Manzù effettua la maschera mortuaria e il calco della mano destra del Santo Padre. Il 28 giugno 1964 viene inaugurata, dal nuovo Pontefice, Papa Paolo VI, La Porta della Morte nella Basilica di San Pietro. In ottobre si trasferisce, con la compagna di una vita Inge e i figli Mileto e Giulia, in campagna, nei pressi di Ardea, non lontano da Roma, in una località poi rinominata Colle Manzù. Il 22 novembre del 1968 si inaugura la Porta della Pace e della Guerra nella Chiesa di St. Laurenz a Rotterdam, cui fa seguito una mostra, al Museo Boymans Van Beuningen, degli studi e dei bozzetti preparatori della Porta. Nel 1969 apre il suo museo, la “Raccolta Amici di Manzù”, ad Ardea, un’esposizione permanente di oltre quattrocento sue opere, tra sculture e opere grafiche. Questo felice momento è segnato da un periodo di sofferenza causato dalla morte prematura del figlio Pio, nato dal primo matrimonio. L’inarrestabile ascesa dell’arte di Manzù è testimoniata dalla sua notorietà in Giappone. Muore il 17 gennaio 1991.

Don Giuseppe De Luca nasce a Sasso di Castalda (Potenza) il 15 settembre 1898. Trascorre la fanciullezza a Brienza. Dopo due anni di seminario a Ferentino, nel 1911 venne a Roma ed entrò al seminario minore, per poi passare nel seminario maggiore che aveva sede in S. Giovanni in Laterano, cercando, però, i suoi maestri, fuori dal seminario. Ordinato sacerdote nel 1921, mentre era iscritto al corso di paleografia e diplomatica del Vaticano e alla facoltà di lettere di Roma, strinse rapporti di amicizia con le menti più intelligenti del secolo (fra queste Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini). Fra il 1924 e il 1935, pur continuando ad alimentare con numerose ricerche il progetto di una storia della pietà, si impegnò in una intensa attività giornalistica ed editoriale nel campo cattolico. Nel 1941 studiava il piano di pubblicazioni per una nuova casa editrice, in collaborazione con Alfredo Schiaffini, le Edizioni di storia e letteratura, che incominceranno a svolgere attività nel 1942 manifestando l’impronta di un’accademia scientifica sui generis, di promozione e di aiuto anche ai giovani autori. Ai vecchi amici si aggiunsero i nuovi: Cantimori, Chabod, Ullman, Kristeller, Fraenkel, Jaeger, Arnaldo Momigliano, frequentatori di palazzo Lancellotti, la sede delle Edizioni. Importanti e ricchi di progetti i pochi anni trascorsi vicino a Giovanni XXIII (1958-63), che già durante il periodo che fu patriarca a Venezia a lui si rivolse per consiglio nello studio della pietà veneziana, in particolare della figura di Lorenzo Giustiniani. Della stima e dell’amicizia che Giovanni XXIII nutrì per Don Giuseppe. è segno prima la sua nomina a consultore, poi a membro della Pontificia Commissione preparatoria degli studi e dei seminari che gli permisero di avere rapporti anche con i politici del secondo dopoguerra (Togliatti, Rodano, Colombo, De Gasperi, Sturzo, Segni, Morlino, Campilli ed altri). La politica lo interessò molto indirettamente e sempre nella prospettiva e nel segno di una visione che potrebbe dirsi agostiniana. Nel 1951 esce il primo volume dell’Archivio italiano per la storia della pietà. Si spegne a Roma il 19 marzo 1962. Qualche giorno prima della scomparsa riceve la visita di Giovanni XXIII.

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