Trasporti, perché la rimodulazione non è applicabile
Pio Abiusi da persona meticolosa e attenta qual è ha evidenziato una questione reale nel principio perché nella sostanza è di fatto più complessa. Riprendendo le fila dall’inizio, per ricostruire la vicenda della “rimodulazione”, è opportuno mettere in chiaro tre aspetti: la Provincia aveva già messo a punto un Piano nel 2008, che giace ancora in qualche cassetto della Regione; successivamente, a seguito della legge nazionale 95/2012, questa Provincia aveva provveduto a una rimodulazione dei servizi, (mentre la rimodulazione a cui accenna Abiusi si riferisce alle linee da sopprimere richieste all’Ente dalla Regione nel 2013) e, terzo, il contratto in essere con il Cotrab impedisce, fino al 2017, variazioni.
Dunque un vizio di forma, giuridica, che sarebbe stato evitato se nel 2008 la Regione avesse approvato il Piano che sarebbe diventato così oggetto di quel contratto di servizio stipulato nel dicembre del 2008 con il Cotrab, anche se, per dovere di chiarezza, le navette travagliate furono istituite successivamente perché servizi maturati a seguito di mutate esigenze sociali ed economiche. Infatti il nuovo Piano del 2012 le teneva in considerazione, solo che il Cotrab, nel corso degli incontri organizzati dall’Osservatorio regionale della Mobilità, aveva manifestato le proprie contrarietà a implementarlo e non si capisce, pertanto, perché la Regione si sia ostinata ad andare avanti nonostante conoscesse i problemi giuridici che di fatto avrebbero invalidato qualsiasi nuova richiesta.
Dunque, tirando le fila della complicata vicenda, risulta evidente come le ultime disposizioni della Regione non abbiano tenuto nella dovuta considerazione né il Piano provinciale già redatto né gli aspetti organizzativi e le questioni sindacali collegate alla nuova rimodulazione. Perché nuove linee, soppressione di vecchie, e quindi personale che si deve spostare, aggravi economici e altri elementi, non di poco conto soprattutto in tempi così pesantemente segnati da una recessione economica di siffatte proporzioni, costituiscono il vero ostacolo alla rivisitazione del Piano trasporti. Nessuna mancanza, dunque, la Provincia ha operato sempre nel rispetto della legge e laddove è stato possibile ha provato a fornire risposte al territorio con fondi propri, ma non è purtroppo responsabilità di alcuno se il contratto non è giuridicamente modificabile e se ci sono anche i diritti degli operatori dei servizi in questione da rispettare, oltre che quelli dalla provincia ad avere i collegamenti di cui ha bisogno.