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Falso allarme bomba giunto al carcere di Borgo San Nicola a Lecce

Tensione alle stelle, ma soprattutto tanto panico, quello vissuto ieri mattina presso il carcere di Borgo San Nicola a Lecce. Una telefonata anonima, effettuata da un uomo che non si è qualificato, giunta presso il centralino del posto fisso di polizia penitenziaria del carcere leccese, avvertiva della presenza di una bomba nei pressi dell’aula bunker, plesso nelle vicinanze del penitenziario.
In quel momento era in corso la sentenza d’appello per l’operazione ‘Calypso’, una vicenda che tocca la SCU brindisina, per una presunta associazione per delinquere di stampo mafioso, finalizzata al gioco d’azzardo, al contrabbando, alla detenzione di armi e al traffico di droga. In quell’operazione, portata a termine nel 2010, fu catturato il noto boss Ercole Penna, oggi collaboratore di giustizia, nativo di Mesagne, che un paio di mesi dopo si sarebbe pentito, svelando retroscena della mala brindisina degli ultimi anni.
Ma la telefonata è stata la classica bufala, perché non è stato individuato nessun ordigno. Sul posto si sono diretti i Carabinieri del comando provinciale, con il reparto artificieri per bonificare l’area, e le volanti di polizia in supporto. L’aula è stata fatta evacuare ed i controlli sono iniziati dal parcheggio, per poi passare agli ambienti interni. Nulla di anomalo, nessun oggetto che potesse avere forme simili ad un ordigno.
Ma si tratta del secondo episodio simile in pochi giorni, dopo un’altra telefonata (avvenuta lo scorso 28 ottobre) che avvertiva della presenza di una bomba nel Tribunale di Lecce, ed anche in quel caso rivelatasi uno scherzo. E, nell’aria, aleggia anche la correlazione di questo episodio con le recenti maxi-retate nel Leccese (l’operazione ‘Eclissi’ della Squadra Mobile e della Dda leccese contro il boss Pasquale Briganti, o l’operazione ‘Deja vù’ dei Carabinieri del reparto provinciale di Lecce e del Ros, che hanno sgominato un giro di droga, estorsioni e usura nel Nord Salento). Una precisa strategia della tensione, quindi, considerando la vicinanza temporale fra gli avvenimenti. Gli investigatori cercano di gettare acqua sul fuoco per non creare inutili allarmismi, ma il clima che si respira in città e nella provincia leccese non è positivo.

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