Barilla, si va verso il rinnovo del contratto di gruppo
Non c’è solo la Fiat al centro delle cronache sindacali in Basilicata. Nei giorni scorsi a Lavello si è tenuto un importante incontro organizzato dalla Fai Cisl, alla presenza del segretario nazionale Claudio Risso, in vista del confronto che si aprirà nelle prossime settimane sulla piattaforma unitaria per il rinnovo del contratto di secondo livello nel gruppo Barilla, che interessa nel Mezzogiorno un migliaio di dipendenti degli stabilimenti di Melfi, Caserta, Foggia e Altamura. Nel solo stabilimento lucano gli addetti del gruppo emiliano sono 420, tra fissi (380) e stagionali (40). “La Barilla è una presenza di eccellenza nel panorama industriale della regione che è intenzione della Fai Cisl tutelare e valorizzare”, ha detto il segretario lucano Antonio Lapadula, sottolineando che “il rinnovo del contratto di gruppo rappresenta una tappa fondamentale per consolidare il sistema delle relazioni sindacali con un importante player internazionale del settore food e allo stesso tempo creare le condizioni per una più equa distribuzione della produttività”. Per Lapadula “è essenziale che le rappresentanze sindacali dei vari stabilimenti del gruppo mettano in comune esperienze e buone pratiche per migliorare il sistema delle relazioni sindacali a tutto vantaggio dei lavoratori”.
Lapadula ha infine evidenziato che “il settore agroalimentare lucano ha saputo reggere meglio di altri alla crisi economica puntando alla qualità e alla diversificazione delle produzioni, ora la sfida è fare un passo in avanti per consolidare ulteriormente la presenza di importanti gruppi industriali alimentari in Basilicata creando le condizioni localizzative per attrarre nuovi investimenti produttivi e nuova occupazione, anche attraverso la leva della flessibilità negoziata che in altri comparti si è già dimostrato uno strumento utile per creare nuove opportunità di lavoro”. Per il segretario nazionale della Fai Cisl, Claudio Risso, “serve un new deal del settore agroalimentare italiano, attraverso la creazione, con il concorso di governo, istituzioni locali e imprese, di un sistema a rete che favorisca progetti di ricerca e innovazioni di processo e di prodotto a sostegno di quelle realtà che, per limiti dimensionali, non sono in grado di intraprendere singolarmente tale percorso, nonché rafforzare la vocazione e la capacità delle nostre imprese verso l’esportazione”.