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Scuola Media “Nicola Festa” di Matera: redatto un documento sul dimensionamento scolastico

Il Personale Docente e Ata in servizio presso la Scuola Secondaria di 1° grado “N. Festa” di Matera, riunito in assemblea il 21 gennaio 2011,  rileva quanto segue:

 La soluzione contenuta nel Piano di dimensionamento scolastico per l’anno scolastico 2011/12 deliberato dalla Giunta Regionale che accorpa il plesso di via Greco (scuola materna e dell’infanzia) alla nostra Scuola e conseguentemente la trasforma in Istituto Comprensivo, desta qualche preoccupazione oltre a stimolare varie riflessioni. 

Sono note le proteste di questi giorni dei genitori degli alunni di quel plesso e comprensibili le preoccupazioni degli stessi circa la paventata interruzione in tema di continuità didattica (sottesa nell’accorpamento previsto) per i propri figli. Esprimiamo solidarietà per tale situazione di disagio nei confronti delle famiglie e dei docenti.

Il disagio riguarda anche noi della “N. Festa”, poiché tale situazione incresciosa favorisce un clima non positivo nei confronti della nostra Scuola, che, nell’opinione pubblica, potrebbe essere percepita come “scuola sottodimensionata” o peggio “scuola rifiutata”. Il danno arrecato all’immagine della Scuola risulta ancora più grave se si tiene conto che questo è un momento importante e delicato per tutte le scuole: infatti, siamo in pieno periodo di iscrizioni.

Sicuramente non era questo l’obiettivo perseguito dalla Giunta Regionale che pensiamo volesse garantire autonomia e stabilità a tutte le istituzioni scolastiche cittadine sul piano dei numeri. Quando, però, si ha a che fare con comunità scolastiche, i numeri da soli possono non essere sufficienti a trovare le soluzioni più idonee.

 Proprio i numeri, però, ci dicono che la popolazione scolastica complessiva cittadina è  sufficiente a garantire l’autonomia di 8 istituzione scolastiche del primo ciclo, di cui 3 medie. Tra l’altro, nella soluzione deliberata non vi è alcun risparmio dal punto di vista finanziario.

La città di Matera, in controtendenza al dato regionale, non è, dal punto di vista demografico, a rischio di spopolamento; anzi, i flussi demografici dimostrano che ci sono spostamenti all’interno del territorio provinciale a favore della città capoluogo, oltre i sempre più consistenti fenomeni d’immigrazione straniera. Ciò consente di  programmare con la necessaria tranquillità il mantenimento delle 8 Istituzioni Scolastiche.

Peraltro, la città di Matera è già stata interessata, in passato, circa 10 anni fa, da piani di razionalizzazione scolastica che ridussero a 3 le Scuole Medie (Sud, Centro e Nord della città) cui, forse, non ha fatto seguito una puntuale politica scolastica comunale d’individuazione dei bacini d’utenza al fine di una piena valorizzazione delle strutture scolastiche esistenti.

E’ il caso della nostra attuale succursale di Agna, ubicata in un nuovo e moderno edificio del quartiere, che dall’anno scolastico scorso si è arricchita di un’ulteriore struttura di eccellenza, la palestra. Nonostante ciò non si riesce ad attrarre l’intera utenza scolastica residente nella zona che, per varie motivazioni, preferisce altre soluzioni. Probabilmente la Scuola non dovrebbe essere lasciata sola nel tentativo d’invertire la tendenza , ossia nel far comprendere l’importanza di non sguarnire i quartieri della presenza di servizi essenziali che migliorano la qualità della vita degli stessi abitanti, ma sostenuta dagli Enti Locali, in primo luogo dall’Amministrazione Comunale, prima interessata al pieno utilizzo delle strutture pubbliche (finanziate con fondi pubblici) e all’organizzazione generale della comunità (trasporti, orari, servizi, ecc.).

Del resto proprio la vicenda della iscrizioni alle prime classi della succursale di Agna in questi ultimi anni è illuminante: a.s. 2008/9 n. 40 alunni, a.s.  2009/10 n. 29, a.s. 2010/11 n. 20. Attualmente le 5° classi della scuola primaria, ospitata nello stesso edificio della secondaria di Agna, sono costituite di 50 alunni che si presume possano, nel prossimo anno scolastico 2011/2012, incrementare la popolazione scolastica complessiva della “N. Festa”. Se, poi, si confrontano tali numeri con i nati, residenti nelle zone d’influenza della scuola,  appare lampante la discrepanza tra i dati confrontati : la popolazione scolastica residente nella zona Sud è spalmata sulle altre scuole della città.

Sulla trasformazione della nostra Scuola in Istituto Comprensivo è opportuno, inoltre, avanzare qualche legittima e precipua osservazione. Gli istituti comprensivi nacquero nel 1994 senza “un pensiero pedagogico” ma un po’ “per caso” semplicemente per rispondere ad un’esigenza pratica : le zone di montagna, che più risentivano del fenomeno della diminuzione della popolazione scolastica, scelsero la via della verticalizzazione (direzione didattica + scuola media di uno stesso centro) rispetto all’accorpamento con altra scuola (magari dello stesso livello) di altra comunità. Ci sembra che l’invocata norma del DPR 233/98 preveda in prima battuta l’aggregazione in orizzontale specialmente nelle zone non demograficamente a rischio. E’ pur vero che nelle esperienze concrete, realizzatesi in questi anni, la verticalizzazione (istituto comprensivo) ha consentito di raggiungere buoni risultati sul piano della “continuità didattica” e nella scuola odierna può offrire maggiori opportunità nella costruzione del curricolo verticale per aumentare il successo scolastico. Ed è sicuramente la situazione vissuta dalle comunità scolastiche nei nostri comuni in cui esistono scuole uniche per tipologie. Non è il caso delle scuole coinvolte nell’accorpamento perché non si tratta della stessa utenza ma paradossalmente tale scelta complica, anziché agevolare l’efficacia della funzione amministrativa e didattica del previsto istituendo Istituto Comprensivo “N. FESTA”.

Infatti, il plesso scolastico di via Greco è ubicato nella zona Nord, mentre la nostra Scuola, all’opposto, si trova nel centro-sud della città. Annualmente si registra qualche iscrizione alla “Festa” di alunni provenienti dalla primaria di quel plesso, ma si tratta di casi veramente isolati. Anche in caso di accorpamento, il fenomeno continuerebbe per la lontananza delle zone di residenza dei nuclei familiari in quanto non vi è un obbligo di legge che prevede l’automatica frequenza della scuola secondaria di 1° grado da parte di alunni provenienti dalla primaria dello stesso istituto comprensivo (“Qualora i genitori o coloro che esercitano la potestà genitoriale intendano far frequentare ai propri figli un istituto diverso da quello in cui gli stessi stanno concludendo l’ultimo anno della scuola primaria, devono presentare la domanda di iscrizione alla scuola prescelta per il tramite dell’istituto comprensivo di appartenenza, che provvederà a trasmetterla ….”cfr. C.M. n. 101 del  30 dicembre 2010- Iscrizioni alle scuole dell’infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l’anno scolastico 2011/12).

L’I.C. “N. Festa” disegnato sarebbe un istituto con una popolazione scolastica di oltre 900 alunni con svariate e diversificate problematiche che ne accentuerebbero la complessità già presente in ognuna delle attuali scuole accorpate, che vivrebbero la convivenza “forzatamente” e non “scelta”. Forse un istituto comprensivo può esplicare la sua forza propulsiva se è frutto di una scelta condivisa perché nasce da una riflessione comune sui bisogni formativi di una stessa utenza, destinataria dell’azione didattica di una comunità scolastica. Non è il caso in esame. Si pensi ad un virtuale collegio docenti del preconizzato I.C.: docenti con eterogenee esperienze professionali “costretti” a confrontarsi su tematiche molto diverse che stenterebbero a trovare un terreno comune per programmare un’offerta formativa da rivolgere a utenze diverse. Non va meglio per il personale Ata. La scelta dell’I.C. produce effetti anche sull’organico di tale personale  e quindi il “disagio” è una condizione vissuta anche da una parte del personale della “Festa”: collaboratori scolastici abituati a rapportarsi con preadolescenti/adolescenti, che potrebbero trovarsi improvvisamente catapultati in una situazione lavorativa che li mette in relazione con bambini in tenera età e viceversa.   

E’ il caso di soffermarsi sulla complessità e/o sulla presentazione dell’attuale Scuola media “N. Festa” , che nell’immaginario collettivo di queste ultime settimane è passata come scuola sottodimensionata.

Se si prendono i parametri stabiliti, è vero siamo una scuola sotto i 500 alunni, ci mancano 22 alunni per raggiungere il fatidico traguardo. La differenza riguarda qualche decina e non centinaia di unità mancanti.

La “N. Festa” oltre ad essere una scuola storica della città di Matera (ma sappiamo che la storia non è una materia molto amata) ha svolto da sempre una funzione sociale aggiuntiva. Si pensi alla vicinanza del vecchio ospedale, ieri (es. la lettura nel reparto pediatrico, progetto antesignano di recenti iniziative quali “Nati per leggere”) e del Villaggio del Fanciullo, ieri e oggi, che hanno contribuito notevolmente a sviluppare un’attitudine nella dimensione sociale che spesso richiede di svolgere attività suppletive, in sostituzione di altri soggetti, per affrontare problematiche relative al disagio sociale, in particolare quello giovanile. L’utenza del Villaggio del Fanciullo  (i cui ospiti sono accolti nella quasi totalità dalla nostra scuola) di per sé costituisce “dato complesso”. Inoltre, accanto al modulo del Tempo Normale (30 ore) la scuola offre, già da 5 anni, un modello di tempo prolungato di 40 ore settimanali su 5 giorni (con settimana corta) e con servizio mensa per 4 giorni, sperimentando laboratori curriculari multidisciplinari che innovano metodologie e contenuti didattici. E’, altresì, noto l’indirizzo musicale della scuola, conosciuto e apprezzato dai materani specialmente per il concerto eseguito dall’orchestra della scuola che, da vari anni, apre i festeggiamenti in onore della nostra Patrona.

Sono solo alcune delle specificità della scuola, perché l’elenco sarebbe molto lungo per poter dare conto in maniera esaustiva della miriade delle attività che si svolgono nell’esclusivo interesse dei ragazzi per soddisfarne i bisogni formativi e prevenire disagio e dispersione scolastica.

La compattezza del personale, soprattutto docente ma non secondario l’apporto del personale Ata  assume un ruolo indispensabile e prezioso, per realizzare la diversificata e ricca offerta formativa della nostra Scuola.  

PRIMA DI DISTRUGGERE UNA COMUNITÀ SCOLASTICA CHE FUNZIONA, OCCORRE RIFLETTERE!

La scuola italiana sta vivendo un momento di grande difficoltà e tutti coloro, che a vario titolo prestano la propria attività lavorativa, continuano a farlo con generosità e passione spesso senza ricevere riconoscimenti sociali ed economici adeguati. Sono consapevoli di lavorare in un luogo “privilegiato” in cui si ha davanti “un materiale delicato e speciale”; non hanno bisogno di ulteriori incertezze né di “soluzioni calate dall’alto”. Volendo usare una metafora: non si possono modificare le regole del gioco senza il consenso dei giocatori; per ottenere dei risultati (dei “buoni risultati”) è decisivo il consenso dei docenti e di tutti gli operatori scolastici.

Non c’è la condivisione del personale docente e Ata della “Festa” di Matera nella creazione dell’Istituto comprensivo, definito nel piano di dimensionamento deliberato dalla Giunta Regionale.

Per tutto quanto innanzi espresso, chiediamo:

al Consiglio Regionale di Basilicata di rivedere la soluzione adottata dalla Giunta e di consentire l’autonomia della Scuola “N. Festa”, in deroga, per l’anno scolastico 2011/12;

all’Amministrazione Comunale di Matera di aprire un percorso partecipato con tutto il mondo della scuola (istituzioni scolastiche, organizzazioni sindacali, associazioni, ecc.) per ridisegnare la rete scolastica cittadina al fine di una piena valorizzazione e utilizzazione di tutte le strutture scolastiche esistenti.

 Matera 21 gennaio 2011

                                                                                                                                                                                                 IL PERSONALE DOCENTE E A.T.A.

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