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Ennesima vittima nelle campagne della Puglia. Immigrato maliano morto durante la raccolta dei pomodori

Ancora una vittima nelle campagne della Puglia. Un cittadino di 30 anni, originario del Mali, sarebbe crollato in un cassone di pomodori ben due settimane fa (dopo averne riempiti 57), sfinito dalla fatica, sotto un sole rovente, lavorando per 12 ore a una temperatura di circa 35 gradi. Con il suo decesso, il numero delle vittime salirebbe a 4. Nel caso del 30enne maliano, però, c’è il mistero del corpo che non sarebbe stato ancora trovato. Il timore della Flai Cgil, che ha denunciato oggi l’accaduto, è che il cadavere possa essere stato “occultato dai caporali” per insabbiare l’accaduto.
Sul caso indaga la Procura di Foggia che, pur non rilasciando dichiarazioni, fa trapelare un invito alla cautela. La notizia della sua morte era venuta fuori già nei giorni scorsi, quando, secondo le fonti dell’organizzazione ‘Rete campagne in lotta’, durante un’assemblea pubblica a Foggia decine di lavoratori della filiera del pomodoro in Capitanata hanno chiesto di osservare un minuto di silenzio per il giovane deceduto, che risiedeva nel famigerato ‘ghetto’ di Rignano Garganico; un insediamento di migranti per lo più impegnati nella raccolta di prodotti agricoli che vivono in capanne costruite con lamiere e cartone, senz’acqua a sufficienza e in condizioni igieniche precarie.
“La salma del giovane maliano non si trova né nell’obitorio di San Giovanni Rotondo né a Foggia. I responsabili del 118 affermano di avere difficoltà a fare verifiche: per avviare una ricerca nei loro archivi, infatti, occorre la richiesta formale di un nostro legale”, ha spiegato il coordinatore del dipartimento Immigrazione della Flai-Cgil Puglia, Yvan Sagnet. Non è da escludere, quindi, che il corpo possa essere stato sepolto dai caporali nel ghetto, oppure nascosto con qualche altro espediente. Ben diversa la linea di pensiero di ‘Rete campagne in lotta’, che ritiene che il lavoratore sia morto in ospedale dopo essere stato portato via dal ghetto.
Nel frattempo, i militari dell’Arma hanno eseguito oggi alcuni controlli in più di 60 aziende agricole del foggiano, dove sono stati trovati 64 lavoratori in nero, e accertate violazioni amministrative per più di 300 mia euro.

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