Melfi, cerimonia in ricordo del Brigadiere Antonio Cezza
La Città di Melfi ricorda il Brigadiere Antonio Cezza, Medaglia d’Argento al Valore Militare. Prima la deposizione di un cesto di fiori in Villa ai piedi del Monumento in memoria del Sottufficiale poi la cerimonia di intitolazione al “Brig. Antonio Cezza” della Sala Ristorante dell’I.I.S. “G. Gasparrini” alla presenza della famiglia Cezza, del sindaco, Livio Valvano, del Comandante della Legione Carabinieri della Basilicata, Vincenzo Procacci, del tenente Michelangelo Piscitelli, del Colonnello Linfante, del Presidente della Provincia, Nicola Valluzzi, del Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri sezione di Melfi, Luigi Cavalieri, del Maresciallo Rocco Caputo e del Dirigente scolastico, Masciale.
Per il sindaco Valvano “la Città di Melfi ricorda oggi ciò che si è perso 26 anni fa. Nessuno può dimenticare quell’episodio incivile. Per qualsiasi comunità sopprimere una vita è inaccettabile. Con l’Istituto Gasparrini ogni anno ci ritroviamo insieme per manifestare contro la pena di morte. Ma in questa circostanza la famiglia di Cezza è con noi, e attraverso lo sforzo del ricordo, ci fa riflettere su un giovane che si è donato alla nostra comunità. Il suo è stato un gesto di amore. Attraverso voi giovani dobbiamo riflettere sul ruolo dei servitori della Patria, proprio come Antonio Cezza. Ogni anno insieme all’associazione Nazionale Carabinieri vogliamo ricordarlo per trasmettere quei valori di libertà e di solidarietà di cui la nostra società ha sempre più bisogno”.
A seguire Celebrazione Eucaristica presieduta da Mons Ciro Guerra.
Il Brigadiere Antonio Cezza, il 17 luglio del 1990 venne gravemente ferito alla testa a Melfi, nei pressi della villa Comunale, da un pregiudicato armato di fucile.
Morì cinque giorni dopo all’ospedale San Carlo di Potenza, all’età di 26 anni.
Medaglia d’argento al valor militare con la seguente motivazione:
Sottufficiale addetto a nucleo operativo e radiomobile di Compagnia, appreso che in giardini pubblici della sede era in atto una grave rissa, sebbene libero dal servizio e in abiti civili interveniva prontamente insieme ad altri militari. Intercettato noto pregiudicato armato di fucile e in atteggiamento minaccioso lo affrontava con grande sprezzo del pericolo precedendo i commilitoni. Veniva ferito mortalmente dalla proditoria e ravvicinata azione di fuoco da parte del malvivente a cui aveva intimato la resa. Fulgido esempio di elette virtù militari, altissimo senso del dovere e di generoso altruismo spinti fino al supremo sacrificio.