La Fai Cisl insiste sulla riforma del modello contrattuale
Si è svolto ieri a Potenza la conferenza programmatica e organizzativa della Fai Cisl Basilicata. Al centro del dibattito, le principali questioni dell’agenda politico-sindacale: dal rinnovo del contratto nazionale dell’industria alimentare alla situazione nel settore della forestazione e nei consorzi di bonifica. Riforma del modello contrattuale, rilancio della bilateralità, contrasto al caporalato in agricoltura sono le priorità dell’azione sindacale della Fai Cisl. In apertura dei lavori il segretario generale Antonio Lapadula ha detto che “la conferenza programmatica e organizzativa è un’occasione propizia per ritrovarci, confrontarci, consolidare l’unità e l’azione della Fai Cisl sui territori. Si tratta di un’opportunità che va colta fino in fondo per capire quello che siamo oggi e soprattutto quello che vogliamo essere domani”.
“La realtà ci dimostra ogni giorno che nella società contemporanea – ha aggiunto Lapadula – c’è un forte bisogno di rappresentanza, in particolare tra i ceti sociali più disagiati che faticano a far sentire la propria voce. C’è un dunque uno spazio nuovo per costruire un sindacato nuovo e al passo coi tempi”. Lapadula ha sottolineato che “l’agroalimentare italiano ha ancora un grande potenziale di crescita inespresso, in particolare nelle esportazioni, e può diventare la vera motrice della ripresa italiana. Basti pensare che se portassimo il valore delle nostre esportazioni dagli attuali 30 miliardi a 50 miliardi di euro, si creerebbero circa 100 mila posti di lavoro”.
Parlando della trattativa appena iniziata sul rinnovo del contratto nazionale del settore alimentale, Lapadula ha detto che “Fai Flai Uila hanno avanzato una piattaforma responsabile, che configura un percorso di sviluppo partecipato. Il negoziato adesso entrerà nel vivo con gli approfondimenti in sede tecnica. La nostra proposta è coerente, sostenibile e sfida le imprese sul terreno della competitività, della produttività e dell’innovazione, integrando non solo una rivendicazione salariale, ma anche più efficaci strumenti di partecipazione dei lavoratori nella vita d’azienda”.