CSAIL, amarezza e delusione per la situazione dell’Arbea
Profonda amarezza e grande delusione sono i sentimenti più diffusi dopo la conclusione del dibattito in Consiglio Regionale sull’Arbea e soprattutto la decisione della maggioranza di centrosinistra di prolungarne l’agonia: è il commento del presidente del CSAIL Filippo Massaro ricordando le numerose iniziative di protesta e mobilitazione a fianco degli agricoltori delle aree più interne, Val d’Agri e Sauro, svolte in tutti questi anni con l’obiettivo centrale della chiusura dell’Agenzia. Quanto accaduto ieri – aggiunge Massaro – è destinato ad accrescere la sfiducia degli agricoltori nei confronti dell’istituzione regionale perché, nonostante i dati di una gestione palesemente disastrosa, clientelare, arrogante, demagogica e fallimentare, Assessore Regionale e maggioranza di centrosinistra hanno scelto la strada di tenere in vita il vergognoso carrozzone politico-mangiasoldi Arbea per produrre nuovi danni al mondo agricolo e alle finanze pubbliche. Non sono bastati i provvedimenti punitivi degli organismi della Commissione Europea con la messa in discussione di ben 85 milioni di euro di rendicondazioni (che pagherebbero i cittadini lucani), rilievi della Corte dei Conti, inchieste della magistratura per condannare la scellerata e discutibile “gestione Di Mauro” e quella attuale del supercommissario Freschi, a convincere che per il bene della nostra agricoltura l’unica strada possibile è la soppressione dell’Arbea, affidando direttamente all’Agea ogni compito e ogni funzione proprio come accade da anni in altre Regioni governate con scrupolosa saggezza.
Il CSAIL – dice ancora Massaro – non considera finita questa che è innanzitutto una battaglia per affermare la legalità e la giustizia sociale che nella nostra Regione spesso diventano impraticabili, e confida negli atti degli organismi della Commissione Eurpea, del Ministero delle Risorse Agricole e nell’operato della Magistratura contabile ed ordinaria perché una situazione come quella attuale, segnata da 18mila pratiche da smaltire con enorme sperpero di denaro pubblico, è semplicemente intollerabile. Le associazioni di categoria sono in letargo oppure “tanto peggio tanto meglio”?