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Al ‘Sursock Museum’ di Beirut la Lucania fa la sua parte

Giovedì 17 marzo 2016, alle ore 18.00, nelle sale del Sursock Museum di Beirut, si terrà l’inaugurazione della grande mostra antologica dedicata ad Assadour, artista di origine armena più volte ospite di Matera, Tricarico, Melfi, Rionero, Montemurro e Castronuovo Sant’Andrea, paese a cui ha dedicato dipinti, acquarelli e opere grafiche, molte delle quali conservate nelle collezioni del MIG Museo Internazionale della grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella” – Atelier “Guido Strazza” – Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”. Tra gli altri, Vanni Schewiller è stato il suo primo editore italiano e gli ha dedicato preziosi volumetti con testi di Libero De Libero, Carlo Belli, Giuseppe Appella, Camillo Sbarbaro.
La mostra, dal titolo “Assadour: Paesaggio in movimento”, ripercorre la carriera dell’artista dal 1960 ai giorni nostri presentando oltre un centinaio di dipinti, opere su carta e libri d’artista che vedono testi di molti autori italiani: Gabriele D’Annunzio, Roberto Sanesi, Luigi Mormino, Roberto Linzalone. Si tratta della prima grande mostra personale che il Libano dedica ad Assadour, un insieme di opere mai viste prima, nuovi dipinti, incisioni e opere precedenti custodite nelle collezioni del Museo dal 1996 grazie alla generosa donazione di Pierre Cardahi. Protagonisti indiscussi della mostra, saranno il paesaggio astratto e la figura umana nello spazio, temi sui quali Assadour comincia a lavorare a partire dagli anni Ottanta per esplorare il divenire dell’era moderna fatta di uomini e città che cambiano e che, nelle sue opere, si trasformano in dettagliate composizioni architettoniche e cosmologiche. L’incontenibile e insaziabile ricerca, unita all’azzardo inventivo che contraddistingue il suo estro creativo, lo hanno condotto a trasformare i suoi lavori in un enigma inestricabile dove ogni elemento concorre a creare un groviglio di segni e di luci che celano, in realtà, una inattesa e misteriosa inquietudine. Nelle sue opere si dispiegano tutte le forme della geometria, piana e solida (quadrati, rettangoli, triangoli, cerchi, ellissi, piramidi), e accanto a loro stelle, pezzi di arcobaleno, metri, scale, labirinti, anfiteatri. Guardando più attentamente, ecco comparire lettere dell’alfabeto e numeri, scritte, punti e poche figure umane stilizzate, quasi come se fossero dei manichini disarticolati. Nulla sembra trovare un ordine apparente, il cosmo pare impazzito. Provare a svelare i nodi dell’universo misterioso di Assadour, sarebbe come contare i granelli di sabbia. La sua essenza è un enigma senza fine.  L’artista,  disseminando le sue opere di innumerevoli indizi, a volte identificabili e altre volte no, spinge la capacità di analisi dell’osservatore al limite. Riconosciuto un simbolo, inciampiamo in un altro che ancora una volta ci conduce verso un orizzonte sempre più sfuggevole e l’indovinello ricomincia. In questo universo magico, dentro questo vortice di segni e questa dispersione di oggetti, c’è l’amara constatazione di una disintegrazione del mondo, ma anche, in fondo, oltre il pessimismo, la speranza di un  mondo diverso che vale la pena esplorare e abitare. Elementi, questi ultimi, presenti anche nelle prodigiose acqueforti e acquetinte esposte al MIG. Museo Internazionale della Grafica di Castronuovo Sant’Andrea in occasione della mostra del 2014 che ha posto Assadour a confronto con il cubista Louis Marcoussis attraverso una selezione di opere che hanno permesso di mettere in luce anche il rapporto dell’artista armeno con la Lucania, iniziato nel lontano 1978 e mai interrotto, con viaggi e soste anche nei paesi interni della Regione, dal Vulture al Sirino e al Pollino. Le opere grafiche in mostra al MIG, molte delle quali entrate a far parte della collezione del Museo, saranno esposte a Beirut nella grande antologica dedicata ad Assadour fino al 30 maggio 2016.

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