La Xylella causa unica del disseccamento degli ulivi nel Salento
“E’ la Xylella fastidiosa la causa del disseccamento degli ulivi del Salento”. A dirlo è uno studio della European Food Safety Authority, che dimostra la correlazione tra il batterio e la malattia che sta distruggendo gli ulivi salentini. Secondo lo studio condotto dal Cnr di Bari, insieme al Centro di ricerca ‘Basile Caramia’ di Locorotondo (Bari), le piante di olivo inoculate con Xylella, sia in serra sia in campo, mostrano sintomi severi di disseccamento dopo 12 mesi dall’inoculo.
I ricercatori hanno condotto gli esperimenti di patogenicità su differenti varietà di ulivo, con risultati interessanti e che lasciano speranze di poter in futuro controllare la malattia. Una delle varietà di olivo più diffuse nel Salento, la ‘Cellina’ di Nardò, sembra essere la più incline all’infezione, perché la colonizzazione batterica, dopo 12 mesi, mostrava segni di diffusione in quasi tutte le piante coltivate in serra e in molte piante coltivate in campo, con notevole compromissione della crescita vegetativa e con sintomi evidenti in serra, anche se meno in campo. Invece le varietà Coratina, Leccino e Frantoio sono apparse più resistenti all’infezione, sviluppando i sintomi più tardi.
Per inoculare le piante i ricercatori hanno usato degli aghi in serra, e la sputacchina in campo. Il ceppo di Xylella utilizzato proveniva da un olivo antico, noto come ‘De Donno’, che mostra i sintomi del disseccamento e cresce nell’agro di Gallipoli, epicentro della diffusione dell’epidemia. I batteri estratti sono stati abilmente purificati e coltivati dai ricercatori: da qui la decisione di ribattezzarla ‘Fastidiosa’ in virtù della difficoltà dei primi ricercatori a coltivare in vitro questo microrganismo, che ha esigenze nutrizionali particolari.