Norme sui vitalizi, presentata una nuova proposta di legge
Una norma del testo unico in materia di indennità di carica (legge regionale n. 38/2002, modificata successivamente) permette ai consiglieri regionali che hanno rinunciato al vitalizio, ottenendo la restituzione dei contributi versati, di rivedere questa scelta, restituendo a loro volta le somme percepite “a titolo di rinuncia all’assegno vitalizio” al Consiglio regionale, che provvederà a riattivare il beneficio.
Una proposta di legge presentata dai componenti dell’Ufficio di Presidenza (il presidente Francesco Mollica, i vicepresidenti Paolo Castelluccio e Paolo Galante, i consiglieri segretari Gianni Rosa e Achille Spada), trasmessa oggi alle competenti Commissioni consiliari, propone di abolire questa norma, che “oltre ad apparire incongrua rispetto alla recente abolizione dell’istituto dell’assegno vitalizio – si legge nella relazione al provvedimento – rischia di essere percepita come un anacronistico privilegio riservato ai consiglieri regionali cessati nelle precedenti legislature i quali – pur avendo a suo tempo deciso di rinunciare al vitalizio e ottenuto al restituzione dei contributi versati a tale titolo – possono, al raggiungimento dei sessanta anni di età, decidere di ricostruire la posizione pregressa”.
“La medesima disposizione inoltre – si legge ancora nella relazione – non si limita a ripristinare l’assegno vitalizio per i consiglieri cessati che vi avevano rinunciato e che hanno successivamente mutato opinione, ma si spinge ad assicurarne anche un effetto per così dire retroattivo, prevedendo la corresponsione dei relativi arretrati. Per questo appare chiaro che la disposizione normativa di cui si propone l’abrogazione si pone in palese contrasto con lo spirito della legge regionale n. 24/2011, che ha soppresso l’assegno vitalizio e che, conseguentemente, è necessario eliminarla dall’ordinamento regionale”.
A parere di Mollica la proposta di legge è, inoltre, coerente ed in continuità con un’altra proposta, licenziata dai componenti del precedente Ufficio di Presidenza dell’Assemblea (Lacorazza, lo stesso Mollica, Castelluccio, Galante e Polese) ed attualmente all’esame delle Commissioni, con la quale si propone l’innalzamento a 65 anni dell’età anagrafica e almeno 5 anni di mandato svolto per la corresponsione del vitalizio (per quanti hanno maturato questo beneficio nelle precedenti legislature, visto che a partire dal 2014 è stato abolito), un contributo di solidarietà sui vitalizi (calcolato in modo progressivo con tre aliquote) per il quinquennio 2015/2020 (in ragione dei criteri di temporaneità, ragionevolezza e proporzionalità invocati di recente dalla Consulta) nell’ottica della riduzione e razionalizzazione dei costi; un ulteriore riduzione del vitalizio, nello stesso periodo, nel caso in cui il beneficiario sia titolare di altro vitalizio per aver ricoperto la carica di parlamentare nazionale o europeo.