Pensione anticipata, nota della Uil Basilicata
Una rata di 500 euro al mese per tredici mensilità su una pensione netta di 2.500 euro mensili per vent’anni: per chi deciderà di lasciare il lavoro a tre anni dal raggiungimento dell’età di vecchiaia la riduzione netta dell’assegno potrebbe arrivare al 20%. Il calcolo è stato messo a punto dalla UIL e dalla UILP sulla base di un tasso di interesse fisso al 3% e una restituzione del prestito (in questo caso pari a 97.500 euro) in vent’anni.
“Con una pensione netta di 1.000 euro al mese – scrivono in un comunicato stampa la Uil e la Uil Pensionati – l’anticipo di tre anni potrebbe prevedere una rata di 199,64 euro per 13 mensilità (216,29 si si restituisce con 12 mensilità sempre in 20 anni). La percentuale si ridurrebbe con una simulazione del tasso interesse al 2%: in quel caso (pensione netta di 1.000 euro) si ipotizza una rata mensile (per 13 mesi) di 182 euro per 20 anni. Il prestito da restituire ammonterebbe infatti a 39.000 euro, ovvero a 1.000 euro al mese per i tre anni di anticipo rispetto all’età di vecchiaia.
Questi dati non tengono conto del premio assicurativo per il rischio di premorienza dato che il prestito dovrebbe essere erogato senza garanzie reali e senza obbligo di estinguerlo per gli eredi. Non è infatti ancora chiaro chi pagherà questo premio (presumibilmente alto dati gli alti rischi, anche di truffe) anche se si ipotizza che sia lo Stato a farsene carico. L’anticipo quindi appare poco conveniente per il lavoratore.
Per l’anno prossimo le classi di età coinvolte saranno quelle dei nati tra il 1951 e il 1953 ma è probabile che la scelta coinvolga quasi esclusivamente quelli del 1953. Le donne del 1951 infatti sono già andate in pensione mentre quelle del 1952, grazie a una deroga prevista dalla legge Fornero, potranno lasciare il lavoro quest’anno a 64 anni (se hanno raggiunto nel 2012 20 anni di contributi). Gli uomini del 1951 e una parte di quelli del ‘52 hanno usufruito o usufruiranno nel 2016 della possibilità di uscita anticipata garantita a chi aveva raggiunto la quota ‘96’ tra età e contributi con almeno 60 anni di età nel 2012. L’anno prossimo quindi l’Ape sarà utilizzato prevalentemente da coloro che sono nati nel ‘53, appena compiuti i 63 anni e 7 mesi.