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Consiglio comunale a Matera, il sindaco riferisce sulle dimissioni dell’assessore Selvaggi

E’ stata fissata in seconda convocazione a lunedì 27 giugno alle 17 nella sala consiliare della Provincia la seduta del consiglio comunale che si è riunito oggi.  In apertura dell’assemblea il sindaco Raffaello de Ruggieri ha riferito in aula dopo il caso delle dimissioni dell’assessore al Turismo Anna Selvaggi riportando i passi della sua risposta al componente della giunta che ha dato le dimissioni: “Ho preso atto con rispetto delle tue dimissioni e delle motivazioni poste a base della tua decisione. Non entro nel merito – ha proseguito il sindaco – delle valutazioni, ma ritengo che le difficoltà denunciate sono quelle che spesso abbiamo registrato e discusso. Il nodo centrale è rappresentato, come è noto, da una organizzazione interna non rapportata al ruolo , alle funzioni e alle esigenze del nostro Comune. Una struttura comunale asfittica perché non rafforzata da moltissimi anni e con aree dirigenziali prive da tempo di responsabili stabili. Ritengo comunque positiva l’esperienza compiuta per il costruito rapporto umano tra noi e per il tuo disinteressato contributo nella individuazione della soluzione dei numerosi problemi che hanno investito la tua personale responsabilità e quella collegiale della giunta. Per tale ragione ti ringrazio per la tua preziosa collaborazione che si è interrotta per una tua rispettabile e personale scelta”.
In seguito il sindaco  è entrato nel merito della vicenda, aggiungendo: “Anna Selvaggi concorda con quello che sostengo in questo periodo e che ho in animo ovvero di rivedere l’attuale governance del Comune. Anche lei ha registrato fragilità e incoerenze sotto il profilo della qualitò operativa, perché quella morale professionale è fuori da ogni discussione. Qualcuno ha ritenuto di anticipare le dimissioni – ha aggiunto – perché forse convinta che sarebbe stata sostituita. Il problema è qui; ciò che invece non condivido nella lettera di Anna Selvaggi è la sua valutazione politica che non mi sembra corretta soprattutto da parte di chi ha governato per un anno la città. Il nodo centrale è uno solo e si chiama Bassanini, una legge che ha dato alla dirigenza una autonomia operativa notevole ma ha dato agli assessori e al governo politico il potere dell’indirizzo e del controllo. Non credo dunque sia stato giusto dire che ci siano stati lacci e lacciuoli che hanno impedito il percorso operativo; c’è stata secondo me una inesperienza amministrativa e gestionale che ha creato debolezza nel rapporto fra rappresentanza politica e quella amministrativa e dirigenziale. Dico spesso ai dirigenti che dietro alle carte che noi proponiamo, non c’è asetticità ma i problemi della gente che loro devono tentare di risolvere insieme a noi. Sono convinto e registro situazioni spesso di panico da parte della dirigenza nel momento dell’assunzione di decisioni. Il clima nazionale terrorizza chi deve prendere delel responsabilità. La politica non ha paura di prenderle, ma altri sono inseguiti dalle segnalazioni esterne secondo cui tutto si riduce a una visione burocratica quasi fiscale della conduzione dei temi sul tappeto. Io ho avuto il coraggio di affrontare anche aspetti in difformità dele posizioni assunte dai dirigenti: tutto ciò accade ad una persona con un’età e un’esperienza come la mia che gli consentono di superare ostacoli. Altri non avendo questa struttura culturale e politica, naufragano davanti a questo problema. Ed è quello che sto verificando riconsiderando il governo della città: stiamo valutando l’opportunità e l’utilità di rivedere l’attuale governance perché siamo di fronte a un ruolo internazionale della città, a problemi gravissimi che pesano sull enostre teste e abbiamo bisogno di uomini e donne capaci di trascinare a mare le montagne. Chi non ha questa forza, questa missione politica, si imbatte nelle amarezze del quotidiano. Non vedo alcuna gravità politica, ma una ordinaria e styandardizzata alternanza di responsabilità che avviene all’interno delle giunte comunali”.  Su questo punto è intervenuto il consigliere Salvatore Adduce (Pd).
Il consigliere Augusto Toto (Forza Matera) ha chiesto di anticipare il punto 7 (Art. 39, n. 3, della Legge Regionale 4 marzo 2016, n. 5. Individuazione degli immobili esclusi dalle disposizioni del presente articolo) al posto del punto 2.
Su questo tema è subito intervenuta l’assessore all’Urbanistica Francesca Cangelli: “Su questo tema – ha spiegato – non si è lavorato solo nelle ultime settimane, ma si tratta di decisioni condivise con il progettista arch. Nigro, valutando l’impatto sugli elementi urbanistici. Credo che sarebbe miope non imporsi la ricerca di un punto di equilibrio che verosimilmente vada incontro alle legittime aspettative di cittadini, imprenditori e aspiranti lavoratori nelle strutture alberghiere. Sarebbe colpevole escludere del tutto dall’applicazione di questa norma gli immobili del centro storico – ha aggiunto – Abbiamo puntato sul recupero di coerenza con il processo sul regolamento urbanistico che stiamo percorrendo”.
Sul punto si è subito sviluppato un ampio dibattito a cui hanno partecipato  i consiglieri Lionetti, L’Episcopia, Scarola, Iacovone, De Mola, Vizziello, Morelli, Adduce e Cotugno. Quest’ultimo ha presentato un emendamento nel quale si prevedeva che l’area di riferimento venisse ampliata tenendo in considerazione lo spettro compreso fra il palazzo della Banca d’Italia e l’edificio dell’ex Upim.  La maggioranza ha chiesto una sospensione di 5 minuti che, però, non è stata approvata dall’opposizione che ha lasciato l’aula facendo mancare il numero legale alla seduta.
Assemblea con discussione dei punti all’odg non ancora affrontati, dunque, rinviata alla seconda convocazione,  lunedì 27 giugno alle 17 nella sala consiliare della Provincia.

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