Patto per il Sud, Emiliano a Renzi: Pronti a discutere di Ilva e chiediamo le deroghe per il sistema sanitario
“Gli 850 milioni del Contratto istituzionale che oggi il Presidente Renzi valorizzerà con la sua firma, sono ovviamente la storia dell’attività della Regione, precedente alla mia Amministrazione e rispetto alla quale la Regione Puglia ha chiesto insistentemente al Governo, che ringrazio pubblicamente, che si arrivasse alla firma del Contratto, proprio per velocizzare tutte queste operazioni che pendevano dagli anni passati; essendo state realizzate tutte con fondi nazionali e comunitari in un periodo che va dal 2009 al 2013”.
Così il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, intervenendo ieri mattina a Taranto, in Prefettura, in occasione della visita del Presidente Renzi per l’inaugurazione del nuovo allestimento del museo archeologico nazionale.
“La stessa cosa – ha spiegato Emiliano – per i 115 milioni di euro, che fanno parte degli 850, che furono stanziati tra il 2008 e il 2012 e che devono essere utilizzati per le bonifiche. Quindi, noi abbiamo un quadro passato, sul quale c’è stato un grande lavoro nell’ultimo periodo. La stessa accelerazione dei lavori del porto costituisce per noi tutti un’importantissima opera che dobbiamo al Ministro Delrio e all’armonia con la quale hanno lavorato Regione Puglia e la Presidenza dell’ Autorità Portuale”.
“Abbiamo però – ha continuato il Presidente della Regione Puglia – 900 milioni di ulteriori progetti già in stato avanzato, che probabilmente potremmo realizzare se avessimo qualche soldino in più o se il Patto per il Sud fosse un po’ più simile a quello del passato. Comprendo, tuttavia, che la situazione della finanza pubblica non consente a nessun Governo di stanziare nuove somme, se non in piccola parte, per le necessità di questa Provincia”.
Con riferimento, poi, alla questione Ilva, il Presidente Emiliano ha ribadito che “la Regione Puglia, da subito, in occasione della Conferenza sul Clima di Parigi, ha presentato un Piano che tende a portare a zero le emissioni nocive e a dimezzare quelle di CO2. È una proposta che il Presidente del Consiglio ha sulla sua scrivania e sulla quale, sono certo, sta lavorando. È evidente che queste proposte, ove realizzate e ove considerate nella fase di trattativa con gli eventuali acquirenti, potrebbero dare al Commissario Corbelli l’elemento fondamentale per procedere alle bonifiche: l’interruzione della sorgente dell’inquinamento, che ancora non è verificata. L’inquinamento è ancora in corso, si sovrappone sicuramente in misura inferiore rispetto al passato, e questo, secondo le norme sul disinquinamento rende sconsigliabile le operazioni di bonifica, giacché la sorgente è ancora attiva. Su questo noi ci siamo concentrati con una proposta che ha ricevuto, in parte, l’assenso persino di alcuni produttori, che hanno considerato l’uso del preridotto e dei forni elettrici l’unica soluzione per rendere compatibile con l’ambiente questa fabbrica. Su questo punto la Regione Puglia è totalmente disponibile a proseguire l’interlocuzione”.
Secondo Emiliano “la fonte dell’inquinamento va assolutamente fermata. Mi piacerebbe conoscere quanto è stato speso di quei 600 milioni di euro che sono stati dati ai Commissari per l’adempimento dell’AIA e a che punto siamo sulle prescrizioni ambientali. È bene ricordare che l’adempimento di queste prescrizioni è essenziale per ottenere, poi, la compatibilità costituzionale del Decreto”.
“Sull’ultimo Decreto Ilva – ha poi evidenziato Emiliano – preferirei esaminare il testo complessivo. Se ho capito bene, il ruolo della Regione Puglia nella tutela delle questioni ambientali e della salute, nella fase di vendita della fabbrica, è abbastanza marginalizzato, quindi, verificheremo se ci sono delle situazioni di conflitto di attribuzioni da far valere davanti alla Corte Costituzionale e, come parte offesa nel processo, valuteremo il Decreto nel suo complesso. Quello che chiedo, oltre a valutare l’ipotesi di altri stanziamenti per 900 milioni, sono le deroghe per il sistema sanitario della provincia di Taranto. Noi abbiamo bisogno di un investimento massiccio, dal punto di vista sanitario, che richieda alcune deroghe”.
“La sanità pugliese – ha concluso il Presidente della regione Puglia – che si prende cura più o meno dello stesso numero di pazienti-cittadini dell’Emilia Romagna, lo fa con 800 milioni di fondo sanitario in meno e con 15mila addetti in meno. È chiaro che non riusciamo a soddisfare le esigenze legittime della provincia di Taranto, che è soggetta a dati epidemiologici completamente fuori scala dal punto di vista tumorale, ma anche per altre patologie, senza poter disporre di deroghe sulle assunzioni e sui parametri del Decreto Ministeriale n. 70. Almeno questo ci potrebbe dare la forza per andare avanti. Ritornare a Taranto, Signor Presidente Renzi, è stato un gesto bello. Io so che aldilà di alcuni inevitabili punti di vista differenti, io e Lei ci ritroviamo sempre sui valori del rapporto schietto e leale con il popolo italiano attraverso la Costituzione della Repubblica, alla quale tutti abbiamo giurato fedeltà”.