Riapertura della contrattazione nel Pubblico Impiego. La nota di Uil e UilPa Basilicata
Dopo sette lunghi anni di penalizzazione retributiva, la riapertura della contrattazione nel Pubblico Impiego presuppone la disponibilità di nuove risorse, che siano sufficienti a garantire un recupero adeguato del potere di acquisto da parte dei dipendenti pubblici. A sostenerlo in una nota congiunta sono la Uil e la UilPa che sottolineano come a tutti i dipendenti pubblici (circa 3,3 milioni) il blocco del rinnovo dei contratto è costato in busta paga tra poco più di 200 euro lordi al mese. La sentenza della Corte Costituzionale dello scorso anno sull’illegittimità del blocco della contrattazione – ricordano Uil e UilPa – ne escluse la retroattività al fine di evitare una voragine nel bilancio dello Stato. Sul punto fu determinante la sponda che l’Avvocatura generale dello Stato offrì alla Consulta, nel momento in cui quantificò il costo dei mancati rinnovi contrattuali – nel periodo 2010-2015 – in ben 35 miliardi di euro”. “Purtroppo – osservano Uil e UilPa – si trattò di una quantificazione nettamente sovrastimata (più del 50%) dal momento che erroneamente (o appositamente) l’importo era stato calcolato al lordo di tasse e contributi previdenziali, mentre – in presenza di una stima più corretta e realistica – l’impatto sarebbe stato senz’altro più sostenibile e tale da non costituire un deterrente così forte alla retroattività della sentenza, andando poi ad incidere sulla problematica degli arretrati”. “Sappiamo comunque tutti che il costo di un rinnovo triennale dei contratti si attesta – a regime – intorno ai 7 miliardi di euro ed è quindi questa la cifra che il Governo deve mettere sul piatto della bilancia, diversamente sarebbe ragionare sul nulla. Che le risorse – a legislazione vigente – ci siano non è un mistero, lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo: agire sulla politica dei bonus, sulle consulenze esterne nella pubblica amministrazione, sulla reinternalizzazione dei servizi, sul sistema degli appalti e degli acquisti e restituire anche ai lavoratori il frutto del lavoro compiuto con la lotta all’evasione fiscale. Con tali azioni, raggiungere la cifra di 7 miliardi di euro a regime sarebbe un gioco da ragazzi, consentendo anche la destinazione di ulteriori risorse ad interventi mirati a rendere più funzionale la Pubblica Amministrazione (reclutamento di nuovo personale, formazione e aggiornamento professionale dei dipendenti, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, potenziamento delle tecnologie).”