La morte del preside Strammiello, il ricordo di Adduce
Abbiamo salutato oggi pomeriggio per l’ultima volta nella Chiesa di Cristo Re il Preside Strammiello. Una cerimonia sobria, forse troppo sobria per una personalità che ha dedicato gran parte della sua vita alla difesa dei valori della libertà, dell’uguaglianza e dei diritti umani ed ha illuminato con la sua esistenza e con la sua cultura la città d Matera e la Basilicata.
La storia di Nicola Strammiello è infatti caratterizzata dal suo tenace impegno nella lotta al nazifascismo, durante la seconda guerra mondiale, che ha dovuto pagare con grandi sofferenze. Fondamentale il suo contributo nella formazione di una classe di intellettuali e di imprenditori che, seguendo l’esempio di Adriano Olivetti, seppero dare a quella stagione, appena uscita dalla guerra, un orizzonte di speranza e di fiducia alle nuove generazioni che si affacciavano alla politica attraverso una elaborazione sociale innovativa che avrebbe segnato in modo decisivo la grande storia di Matera.
Strammiello ha sempre vissuto con grande passione ogni attimo della sua vita, a partire dal prestigioso centro Carlo Levi, una sua creatura, con il quale, per un lungo periodo, ha organizzato iniziative di respiro nazionale e internazionale diffondendo e seminando cultura. Ci lascia una eredità impegnativa ricca di studio, di rigore intellettuale, di capacità progettuale a cui possiamo e dobbiamo attingere in questi anni difficili. Ho avuto la fortuna di incontrarlo spesso nelle vie del centro di Matera e mi commuoveva la sua straordinaria forza nell’incoraggiare l’iniziativa culturale che ha portato la nostra città a raggiungere traguardi tanto insperati.
Anche per questo credo che il suo ultimo libro “IntensaMente”, pubblicato dalla editrice Giannatelli, debba rappresentare un’occasione per approfondire e diffondere le vicende e il pensiero di un uomo che seppe difendere e promuovere i grandi e nobili valori della sinistra nella nostra città.