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Un anno di ‘Genitori Tarantini’

Un anno da Genitori tarantini.
13 gennaio del 2016: “I BAMBINI DI TARANTO VOGLIONO VIVERE”. Questo si legge su due cartelloni di 6 metri per 3 affissi in due punti della città.
E’ passato giusto un anno, da quel giorno. Un anno di iniziative, prese di posizione, lettere, manifestazioni, partecipazione.
I cartelloni di denuncia vennero affissi, in seguito anche a Bari, a Genova e a Roma.
Ricordiamo con affetto la solidarietà del gruppo “Taranto Supporters” che volle esporre lo striscione in gradinata, durante una partita casalinga del Taranto della scorsa stagione agonistica.Ricordiamo il flash mob con i passeggini vuoti, organizzato con “Taranto Lider” e “WWF Taranto”, primo tentativo di condivisione ed unione: una giornata storica, per Taranto.
Ricordiamo le affettuose parole di Massimo Ranieri che, indicando lo striscione, volle dedicare un pensiero ai bambini e alle mamme di Taranto, durante il suo spettacolo al PalaMazzola.
Ricordiamo le lettere inviate al Sindaco, al Prefetto, al Presidente della Regione, all’ex premier e a quello attualmente in carica, al Papa. E le lettere di censura, accompagnate dallo studio S.E.N.T.I.E.R.I., inviate a tutti i parlamentari che appoggiarono il decimo decreto salva-Ilva.
Ricordiamo la presenza del manifesto dei Genitori tarantini in giro per la provincia e anche più in là. Ricordiamo la serata di arte, musica, spettacolo e interventi durante la prima serata della manifestazione “Sud in fermento”, al Castello di Leporano. Ricordiamo gli interventi televisivi in programmi di respiro nazionale.
Ricordiamo, infine, il manifesto che a Natale ha visto le firme di 13 associazioni tarantine, finalmente unite sotto lo stesso augurio: chiusura delle fonti inquinanti. Ringraziamo la stampa, sempre particolarmente attenta e disponibile con noi.
Ringraziamo il sempre crescente numero di persone che hanno voluto sostenerci ed ancora lo fanno. Soprattutto, però, vogliamo ringraziare Taranto, la nostra terra, ferita a morte ma ancora viva, calpestata nella dignità ma ancora forte, piegata ma non ancora prona. Una madre che ancora riesce ad avere figli che vogliono difenderla. Con tutte le forze.

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