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Lettera aperta di don Pino Caiazzo per la Festa del Santo Patrono S. Francesco di Sales

Carissimi,
esprimo innanzitutto gratitudine a voi giornalisti per il lavoro che svolgete nel mondo della comunicazione sociale. Vi ringrazio perché senza il vostro puntuale e serio lavoro non saremmo in grado di conoscere quanto avviene nel mondo e sul nostro territorio, in particolare.
Viviamo tempi difficili, in tutti i sensi. Voi, che siete in prima linea nelle variegate e tormentate condizione della vita, avete un grande compito: chiamati a contribuire affinchè cresca la dimensione sociale delle persone, rispettandone la dignità e amando la verità dei fatti.
Avete un compito difficile, duro, perché la vostra responsabilità nei confronti della società è grande. Siete dei canali attraverso i quali passano le opinioni, i giudizi, le scelte che siamo chiamati a fare. Grazie per la vostra professionalità e l’amore che ci mettete nel trasmettere a noi tutti ciò di cui abbiamo bisogno. Amate sempre la verità e trasmettetela con coraggio. E’ un servizio, il vostro, di cui non possiamo farne a meno.
Papa Francesco, incontrando il Consiglio Nazionale dei Giornalisti, nel 2016, disse: “Amare la verità vuol dire non solo affermare, ma vivere la verità, testimoniarla con il proprio lavoro (…) La questione qui non è essere o non essere un credente. La questione qui è essere o non essere onesto con sé stesso e con gli altri. La relazione è il cuore di ogni comunicazione. Questo è tanto più vero per chi della comunicazione fa il proprio mestiere. E nessuna relazione può reggersi e durare nel tempo se poggia sulla disonestà”.
Dicevo che viviamo tempi difficili. Per questo motivo voi, insieme a noi, istituzioni religiose e civili, siete chiamati a comunicare fiducia e speranza. Ogni giorno la vostra professionalità vi impone a lavorare allontanandole logiche degli interessi di parte, siano essi economici o politici. Avete una vocazione particolare: l’attenzione, la cura per la ricerca della verità. Questo ci aiuta a crescere e favorisce la costruzione di una vera cittadinanza. Il giorno di Natale, nella Basilica Cattedrale, ebbi a dire, durante l’omelia, che tutti siamo chiamati ad essere protagonisti:

  • Protagonisti nella Chiesa, come consacrati, nel servire i fratelli, nutrendoli con la Parola di Vita, il Verbo che si è fatto carne; accompagnandoli e sostenendoli nella quotidianità; vivendo il servizio sull’esempio di Gesù: Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date! Spogliandoci di tutto ciò che ha il profumo dell’apparire, lasceremo la scia del profumo vero: servi per amore!
  • Protagonisti nella vita pubblica vincendo la logica del prevaricare sull’altro, nella lotta di gerarchie da occupare, della litigiosità politica per affermare i propri principi o interessi di partito. Protagonisti lavorando insieme per promuovere il bene comune, attraverso il principio della sussidiarietà a favore della collettività. Abbiamo bisogno di una seria progettualità che ci faccia guardare avanti positivamente. Le future generazioni ci saranno eternamente riconoscenti se le aiuteremo a promuovere la dignità del lavoro e quella occupazionale. Sono certo che la luce che emana dalla capanna di Betlemme sarete capaci di accoglierla e tenerla accesa nella realtà politica, sociale, imprenditoriale.
  • Protagonisti nel servire la vita accogliendola e non abortendola; difendendola e non facendo fuori l’altro perché lo considero un avversario scomodo. La vita è sacra perché Dio, facendosi Bambino, l’ha resa sacra. La Vita viene dall’alto e non è l’uomo a decidere se nascere o morire.
  • Protagonisti nel servire ogni tipo di sofferenza, nel corpo e nello spirito. Questo è il giorno in cui siamo chiamati a ricevere la Luce per portarla nei luoghi di solitudine umana: ospedali, cliniche, carceri, case di cura, case per anziani, case per corpi parcheggiati.
  • Protagonisti nel difendere la nostra terra da ogni forma di sfruttamento e di avvelenamento. La luce del Dio Bambino s’irradi sulla nostra terra di Basilicata perché, aiutandola ad essere sempre più bella, possiamo gustare e godere di quanto essa contiene e ci offre.

Il tema che Papa Francesco ha scelto per la 51° Giornata dedicata dalla Chiesa ai mass media (prossimo 28 maggio), prende spunto da una frase del Profeta Isaia: «Non temere, perché io sono con te» (Is 43,5). Comunicare speranza e fiducia nel nostro tempo.
In queste parole troviamo, soprattutto per i credenti, un invito a raccontare la storia del mondo e le storie degli uomini e delle donne, secondo la logica della ‘buona notizia’. Tutti abbiamo bisogno di imparare a comunicare fiducia e speranza per la storia. E’ quanto ci viene ricordato, in un comunicato a commento del tema, dalla Segreteria per la Comunicazione.
Auguro a tutti voi, strumenti per veicolare il bene comune promuovendolo sempre e comunque, di essere protagonisti positivamente collaborando con quanti, spesso nel silenzio, comunicano speranza con la loro vita impegnata e donata solo ed esclusivamente per amore.

Vi benedico.
Don Pino, Arcivescovo

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