Sanità, audizione in Terza commissione Regione Puglia
“Ringrazio il presidente Michele Emiliano per la possibilità che ci è stata data di discutere del piano di riordino e il responsabile del dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti, che si è fatto carico di questa situazione già a percorso iniziato. E ringrazio il presidente della terza commissione, Pino Romano, che ritengo debba ritirare le dimissioni: è merito del suo lavoro se, in questa sede, abbiamo potuto avere un dialogo efficace con tutte le parti sociali, che si è poi tradotto anche in alcuni emendamenti. Ma ora il piano va applicato e, in questa fase, sarà indispensabile un ulteriore momento di confronto tra il governo, la commissione e il Consiglio”. È quanto ha detto oggi, in terza commissione Sanità, il consigliere regionale (e segretario del Pd Puglia), Marco Lacarra, intervenendo dopo l’audizione del presidente e assessore alla Salute, Michele Emiliano.
Lacarra ha esposto, in sintesi, i punti cardine del piano di riordino e dell’intero sistema sanitario pugliese. “Questo piano – ha spiegato – si basa sulle reti assistenziali, puntando su quelle di oncologia, cardiologia, reumatologia, traumatologia ed emergenza- urgenza. Contempla anche un sistema di ambulanze medicalizzate laddove, a livello territoriale, non siano presenti punti di primo intervento. Ma l’altro punto nevralgico è il potenziamento della medicina territoriale attraverso i Pta, come nel caso di Trani e Conversano, i cui ospedali sono stati riconvertiti in questo senso”.
L’esponente del Pd ha però rimarcato la necessità di “risparmiare sulla spesa farmaceutica, attraverso la logistica e l’appropriatezza delle cure, in modo da evitare la farmaco-dispersione”. C’è poi il capitolo dei presìdi protesici, “per i quali si registra – ha rimarcato Lacarra – un comportamento non uniforme in tutta la regione. Ebbene, occorrerebbe uniformità nelle agende della Asl e dei presìdi ospedalieri, in modo da evitare una divaricazione delle prestazioni. Questo, si può garantire sicuramente attraverso un coordinamento delle direzioni generali delle Aziende sanitarie, che sarebbe sempre auspicabile”.