Ambiente, il sindaco Scavone sollecita la Regione
“La giunta e il consiglio regionale sono chiamati in queste ore a una prova importante: dimostrare ai cittadini lucani che su un tema fondamentale come l’ambiente non ci sono altri interessi da difendere che quello della salvaguardia del territorio e delle comunità. È il momento di dimostrare con i fatti il cambio di passo della Regione Basilicata su tali questioni”. Lo chiede Graziano Scavone, sindaco di Tito e membro del consiglio direttivo dell’Anci Basilicata. “Ci sono tre importanti provvedimenti – insiste Scavone – dove si misura l’effettiva volontà istituzionale di tutelare il territorio: il parere sfavorevole sui permessi di ricerca per idrocarburi presentati da Shell e dalle altre compagnie petrolifere, l’approvazione del disegno di legge regionale in materia di gestione dei rifiuti, la riassegnazione immediata delle risorse per la bonifica dei siti di interesse nazionale”.
“È urgente che il Dipartimento regionale all’ambiente trasmetta al Ministero il parere negativo ai permessi di ricerca entro i termini previsti – aggiunge Scavone – e, viste le preoccupazioni espresse dai comitati nei giorni scorsi, si rende necessario convocare il tavolo tecnico permanente con i sindaci e le organizzazioni sociali per illustrare il provvedimento”.
“È altrettanto importante – continua – che il disegno di legge sui rifiuti e le bonifiche ambientali venga licenziato quanto prima dalla Terza commissione consiliare permanente e approdi in Consiglio per la discussione e l’approvazione definitiva. Su questo argomento, in qualità di delegazione Anci, nelle scorse settimane siamo stati ascoltati in commissione e abbiamo notificato le nostre osservazioni per rendere più chiara la ratio di alcuni articoli previsti nel dispositivo normativo e, soprattutto, per costruire percorsi di partecipazione nelle scelte che non escludano le autorità locali in materia di pianificazione e gestione dei rifiuti”. “Alcune richieste di modifica presentate mirano a coinvolgere i comuni nella individuazione di zone idonee e non idonee alla localizzazione di impianti di recupero – dettaglia Scavone – mentre altre puntano a evitare la realizzazione di nuovi impianti in siti dismessi e, ancora, a semplificare le procedure di bonifica in sostituzione e in danno al soggetto responsabile dell’inquinamento”. “Insomma, auspichiamo ci sia l’intenzione di salvaguardare le comunità attraverso un modello normativo che esalti il ciclo virtuoso dei rifiuti coinvolgendo autorità locali e i cittadini nelle decisioni dell’allocazione dell’impiantistica necessaria a determinare l’autosufficienza, superando il modello antiquato delle discariche, salvaguardando altresì aspetti sanitari e paesaggistici oltre che le vocazioni dei singoli territori”.
“La Regione dia infine immediate certezze – conclude Scavone – sulla riassegnazione delle risorse finanziarie necessarie alla bonifica dei Sin di Tito e della Val Basento, convocando subito i comuni interessati per definire il nuovo cronoprogramma e per istituire una task-force con elevate competenze e professionalità in materia, evitando di cumulare ritardi non più tollerabili dai territori interessati”.