Lettera al Sindaco di Manduria
Egr. Signor Sindaco,
poiché né la relazione letta in Consiglio Comunale, e allegata agli atti dello stesso, né il successivo colloquio sono bastati a chiarirle la nostra posizione, che lei continua a definire un “no a prescindere”, riteniamo doveroso, amando la nostra città sopra ogni cosa e volendo per essa il bene, ribadire i motivi per cui è altamente auspicabile che la proposta progettuale pervenuta da AQP non venga approvata. Ora che questi motivi sono stati in gran parte fatti propri da un componente della sua giunta, ci auguriamo di essere accolti con maggiore attenzione.
Nell’ultradecennale querelle tra il Comune di Manduria e la Regione, troppe promesse abbiamo ascoltato, troppe promesse ci sono state fatte, a troppe passerelle trionfali abbiamo assistito, per poterci fidare ancora di “parole”, soprattutto quando queste parole non poggiano su solide basi tecnico-giuridiche.
Abbiamo sempre detto e ribadito che l’errore originario è stato quello di non dire un chiaro e fermo NO al progetto iniziale e di iniziare invece il balletto delle alternative, avendo nel mirino solo lo scarico in mare. Questo No neanche lei è stato in grado di dirlo, nonostante le nostre esortazioni, e tre anni di trattative ci hanno portato a questo risultato, che lei considera una allettante promessa e noi poco più che una trappola. L’atto deliberativo sottoposto all’esame del consiglio impegna in modo unilaterale il Comune di Manduria, ma lascia totalmente libere le mani ad AQP e Regione, che si tengono strette al campo delle promesse e delle ipotesi.
Ribadiamo che sinché il depuratore sarà ubicato a Specchiarica, una soluzione alternativa alla condotta sottomarina che salvi il territorio e il mare, che sia accettabile dal punto di vista ambientale e giuridicamente fondata non c’è. Lei dice che è troppo tardi per delocalizzare e che dobbiamo accettare il meno peggio. Noi le diciamo: se questo è vero, disponiamoci a discutere e a valutare un progetto di fattibilità che sia tale, che abbia cioè un solido fondamento tecnico-giuridico. Il timore è che, dimostratasi nel prosieguo del procedimento la irrealizzabilità della ipotesi, e nel frattempo iniziati e portati a buon punto i lavori sulla base del progetto esistente, ci troveremo costretti ad accettare inevitabilmente la condotta.
Lei dice che ha fiducia nel presidente Emiliano. Noi pensiamo che anche la fede ha bisogno di un qualche supporto dimostrativo per alimentarsi. Chiediamo pertanto quanto segue:
- Modificare completamente il corpo della delibera, giunta preconfezionata dalla Regione, dando ad essa, se lo si vuole, un carattere interlocutorio, senza vincolarsi alla ipotesi progettuale proposta.
- Eliminare da essa completamente i punti quattro e cinque, cioè quelli in cui si concedono le uniche autorizzazioni che ancora mancano alla ditta Putignano.
- Chiedere l’immediata sospensione dei lavori finché non sia chiarito ogni aspetto del nuovo progetto.
- Comunicare alla Regione che ogni decisione sarà subordinata all’esame di un “vero” progetto di fattibilità, redatto ai sensi del nuovo Codice degli appalti, in cui siano individuate anche le fonti di finanziamento.
- Chiedere che la Regione si pronunci con un atto deliberativo, con cui si dà mandato ad AQP per la redazione di una variante, da cui si evinca, senza ombra di equivoci, la rinuncia allo scarico in mare.
- Subordinare ogni decisione da parte del Comune di Manduria all’avvenuta modifica del Piano di Tutela delle Acque.
- Valutare la congruità economica di una variante, che raddoppierebbe i costi del progetto iniziale, rispetto ad una ipotesi di nuova progettazione, includendo penali e risarcimenti eventuali.
Soddisfatte tutte queste condizioni, potremo capire che ci troviamo di fronte ad una proposta seria e non ad uno specchietto per le allodole.
Distinti saluti,
Manduria Lab
Laboratorio politico progressista