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La Consigliera di Parità invia atti di diffida ai comuni di Baragiano e Vietri di Potenza

La Consigliera regionale di parità, Avv. Ivana Enrica Pipponzi, nella giornata di ieri ha provveduto ad inoltrare atti di diffida al Comune di Baragiano ed al Comune di Vietri di Potenza. In detti Comuni lucani, allo stato, non sono state nominate donne nelle rispettive Giunte.
“Invero”, comunica la Consigliera di parità, “l’art. 7 dello Statuto adottato dal Comune di Baragiano garantisce la rappresentanza di genere nelle Giunte, negli Organi collegiali del Comune e negli Enti e organismi da esso dipendente.E’ evidente, pertanto, come la composizione della Giunta nominata del Sindaco Colucci si ponga in contrasto con il dettato dell’art. 51 della Cost. e con il richiamato Statuto dalla portata precettiva per l’amministrazione che lo ha adottato, come conformemente sancito dai recenti arresti del Consiglio di Stato”.
“Peraltro”, prosegue l’Avv. Pipponzi, “sono tre le donne elette nel Comune di Baragiano e lo Statuto in commento prevedeanche la possibilità di attingere ad un assessore esterno”. Prosegue, ancora, la Consigliera regionale di parità quanto alla posizione della Giunta del Comune di Vietri di Potenza: “l’art. 46 comma 2 del T.U.E.L., d.lgs 267/2000 prevede che il Sindaco debba garantire la presenza di ambo i sessi all’interno della Giunta Comunale; detta norma che dispone la presenza del sesso meno rappresentato in misura non inferiore al 40% dei componenti dell’organo collegiali, con arrotondamento, non ha portata vincolante per gli Enti territoriali con popolazione residente inferiore ai 3.000 abitanti, come nel caso di Vietri di Potenza che conta 2806 abitanti; ciò malgrado il Sindaco, laddove ritenga di derogare al principio della pari rappresentatività, è tenuto a motivare congruamente sull’impossibilità di adempierlo, relazionando e documentando sull’attività istruttoria svolta. Circostanza che ho chiesto che sia compiutamente documentata dal Sindaco Giordano”.
Anche nel caso del Comune di Vietri di Potenza, sia la legge che lo Statuto comunale consentono l’accesso alla carica di assessore a soggetti anche esterni al Consiglio Comunale, financo alla popolazione amministrata. Dette condotte vulnerano grandemente il principio della democrazia paritaria, sul piano dell’effettività; la presenza femminile nella Giunta non è postulata solo dalla legge ma rispecchia l’imprescindibile necessità dell’apporto congiunto – di intelligenza come di sensibilità, di competenza come di visione del mondo – che solo l’armonica compresenza di entrambi i generi può conferire al corretto esercizio dell’attività amministrativa dell’Ente.
Persegue la Consigliera regionale di parità affermando che deve diventare imperativo l’impegno verso la paritàdi genere: “non si tratta semplicemente di contare gli uomini e le donne bilanciandone la presenza secondo una visione statistica e simmetrica dei sessi, è necessario considerare le rispettive possibilitào l’effettivo potenziale sociale dei due sessi. La via maestra è una norma che imponga nelle sedi della rappresentanza politica un vincolo permanente di risultato che agisca sulla struttura stessa della rappresentanza, modificandola in una sorta di nuovo contratto sociale di genere che impone un assetto permanentemente duale”.
Ma, passando dalla teoria alla pratica, specie alla luce delle neo nomine nelle Giunte Comunali, la politica lucana è realmente consapevole di quanto debba cambiare per rendere paritaria la rappresentanza di genere se la si considera una qualitàimprescindibile nei consessi istituzionali?

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