CronacaPuglia

La strana cabala del 26 che unisce Yara e Sarah

26: un numero che ricorre.  Per la cabala, la disciplina esoterica che applicati alle Sacre Scritture, ci permetterebbe di percepirne il significato segreto, è il numero degli ambiziosi, del successo, degli inventori, dei grandi oratori. È il simbolo anche del fieno e dell’acqua che scorre. Sciogliendo il numero ventisei, il due rappresenta la perenne lotta tra il bene e il male mentre il 6 simboleggia la trasgressione e viene definito numero «non perfetto» (perfetto è infatti il numero successivo, il 7). Il 6 ripetuto tre (altro numero perfetto) volte è infatti il numero del Diavolo (666), da sempre numero temuto dall’umanità. Ma 26 è anche il giorno del mese che segna il destino di due ragazze, due orrori di questi ultimi mesi: il 26 agosto 2010 scompare ad Avetrana la quindicenne Sarah, il cui corpo sarà ritrovato il 7 ottobre successivo in un pozzo. Un omicidio ancora da chiarire. Esattamente tre mesi dopo, il 26 novembre, a Brembate di Sopra (Bergamo) si perdono le tracce di un’altra ragazzina, una tredicenne, Yara Gambirasio che stava rientrando a casa dalla palestra.

Ancora tre mesi giusti, e proprio ieri, il 26 febbraio, il corpo di Yara viene ritrovato a una decina di chilometri da casa. Tre mesi precisi dopo la sua sparizione, sei mesi esatti dalla scomparsa di Sarah Scazzi.

Coincidenza o non coincidenza, aldilà di ogni interpretazione esoterica, Avetrana e Brembate sono due paesini rispettivamente del sud e del nord, macchiati da due tremendi delitti che stanno tenendo con il fiato sospeso tutta l’opinione pubblica che attende che si faccia luce su una vicenda di così crudele atrocità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *