Fiera del Levante, oggi il seminario di studi “L’emergenza idrica tra cambiamenti climatici, fabbisogni irrigui emergenti ed innovazione delle infrastrutture’
“La Puglia deve chiudere il ciclo dell’acqua per impedire impoverimento e inutilizzabilità del suolo: lo facciamo puntando sulle innovazioni”. Così il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano intervenendo questa mattina, all’interno del padiglione 180 (Cineporto) della Fiera del Levante, al seminario di studi “L’emergenza idrica tra cambiamenti climatici, fabbisogni irrigui emergenti ed innovazione delle infrastrutture”.
Regione Puglia e Aqp stanno attuando un programma innovativo per bloccare la dispersione di acqua e puntare sul riutilizzo delle acque reflue. L’emergenza idrica si affronta con tecnologia innovativa e riutilizzo delle acque non solo in agricoltura, ma anche nell’industria e per gli usi civili (giardini, lavaggio strade, spegnimento incendi e altro). Il lavoro della Regione Puglia va proprio in questa direzione, come ha spiegato l’Assessore ai Lavori Pubblici, Anna Maria Curcuruto: “Sono nove gli impianti di affinamento realizzati, quattro solo negli ultimi anni. Possiamo riutilizzare l’acqua anche per gli usi civili: lo abbiamo sperimentato con il bando ‘Riuso delle acque reflue affinate’ e abbiamo già finanziato delle opere con 29 milioni di euro di fondi POR e 21 milioni dei Patti per la Puglia”. “Con alcuni comuni – ha concluso la Curcuruto – abbiamo dato il via a progetti di sperimentazione per la potabilizzazione delle acque. Stiamo pensando anche ad alcuni progetti di desalinizzazione e di produzione di energia: siamo aperti all’innovazione scientifica e alla ricerca”. Il Presidente Emiliano è poi intervenuto anche per fare chiarezza sul futuro dell’Acquedotto: “in Puglia nessuno mai privatizzerà l’acqua fin quando sarò Presidente, né trasformerà AQP in modelli, suggeriti da qualcuno, incompatibili per il più grande acquedotto pugliese”. Quest’anno sono stati risparmiati 60 milioni di metri cubi di acqua: interventi strutturali e tecnologie cominciano a dare i frutti sperati nella lotta all’emergenza idrica, provocata soprattutto dai cambiamenti climatici.