L’impegno del Parco per ridurre la presenza dei cinghiali
“La presenza dei cinghiali e la loro proliferazione è un problema che riguarda anche il Parco dell’Appennino Lucano Val d’agri Lagonegrese. L’assenza sul territorio, oramai
conclamata, di avversari del cinghiale, predatori e competitori, ha fatto sì che il fenomeno si estendesse rapidamente, provocando danni alle colture agricole, agli allevamenti e, non di rado, rappresentando un pericolo concreto per l’incolumità fisica delle persone, senza sottacere i danni all’equilibrio dell’ambiente naturale, animale e vegetale. Tuttavia, sono ben 315 i cinghiali abbattuti in una decina di Comuni dell’Area sud del Parco dall’inizio di quest’anno, con un aumento degli abbattimenti nell’ ultimo mese.” É quanto afferma il Presidente f.f. dell’Ente Parco, Vittorio Triunfo.
Lo stesso Triunfo, in occasione di una recente riunione con i selecontrollori e con il personale dell’Ente, ai quali ha espresso sincera gratitudine per il lavoro svolto, ha esternato, alla presenza dei Consiglieri dell’Ente Zipparri, Montemurro e del Comandante del C.T.C.A. Marchese, la ferrea intenzione di ripartire uniformemente, anche nell’area della Val Camastra, la pressione del prelievo del selvatico, potenziando il numero di selecontrollori con un nuovo corso di abilitazione e integrando le azioni con il metodo del trappolamento, attraverso il ricorso a strutture, sia fisse che mobili, posizionabili anche in siti meno accessibili o in prossimità di strade e di abitazioni, al fine di contenere il numero di cinghiali entro una soglia ritenuta compatibile con gli obiettivi di conservazione degli ecosistemi agricoli e di tutela delle attività agro-silvo-pastorali tradizionali, in modo da poter ristabilire, nell’area del Parco, condizioni migliori per i residenti e per gli agricoltori.
Il Presidente f.f. Vittorio Triunfo, ha inoltre, comunicato come gli uffici dell’Ente siano impegnati al fine di rendere operativo un piano di controllo pianificato che punti all’individuazione di quantitativi minimi di cinghiali (suddivisi anche per classe d’età e per sesso) da prelevare/abbattere nelle varie zone del Parco su base quinquennale, allo scopo di dar seguito a soluzioni durature e non soltanto messe in atto per tamponare situazioni contingenti. È, inoltre, in dirittura di arrivo, anche grazie agli interventi portati avanti dalla Regione Basilicata, un piano di filiera per la raccolta, la macellazione e la distribuzione della carne dei cinghiali abbattuti nell’Area parco in base a quanto previsto dai regolamenti SCEE 852, 853 e 854 del 2004.