Petrolio, la Copam non sia un’occasione sprecata
“Mi auguro che la conferenza su petrolio e ambiente non sia una passerella di nomi più o meno illustri ma una concreta occasione di confronto tra gli stakeholder e una proficua opportunità di elaborazione culturale per dare alla Basilicata un’ambiziosa politica energetica”. È quanto auspica il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, in riferimento alla presentazione della Copam 2011 che si terrà a Matera il 3-4 marzo. “La dimensione internazionale della conferenza – commenta Falotico – è la conferma della centralità geopolitica che la nostra regione riveste in campo energetico e segnala allo stesso tempo la necessità di adottare una forte e convinta governance del settore che sia in grado di mettere la risorsa petrolio al servizio della crescita e dello sviluppo locale. In questo ambito, la Basilicata si è imposta da tempo come modello di un sistema negoziale complesso fondato sullo scambio petrolio-royalties, sistema che ha caratterizzato gli accordi con due player internazionali del calibro di Eni e Total. Ora si tratta di fare un passo in avanti coinvolgendo i grandi operatori del settore in un più complessivo progetto di sviluppo finalizzato alla creazione di una vera e propria filiera energetica verde che faccia della Basilicata non una semplice piattaforma di estrazione, senza peraltro sensibili ricadute sul piano occupazionale, ma un luogo dove creare conoscenza e tecnologie legate, in particolar modo, alla frontiera più avanzata delle fonti energetiche rinnovabili e della green economy”.
Per il segretario della Cisl lucana “la sfida è mettere in rete i soggetti della produzione e i produttori di conoscenza che già operano, con eccellenti risultati, nel campo della ricerca ambientale con progetti di spin-off industriale. Si tratta, in sostanza, di creare veri e propri incubatori d’impresa, con il sostegno finanziario e logistico della Regione e delle compagnie petrolifere, dove sviluppare conoscenze e tecnologie da trasferire al canale della produzione. Lo step successivo – aggiunge Falotico – sarebbe quello di favorire l’insediamento di piccole e medie imprese in grado di interagire con le imprese-madri, creando così un vero e proprio indotto della componentistica energetica sul modello del sistema realizzato alla Fiat di Melfi, con le evidenti ricadute che si verrebbero a determinare sul territorio sia in termini di produzione e distribuzione di ricchezza che in termini di posti di lavoro”.
“Per realizzare un disegno così ambizioso – mette in guardia Falotico – occorre però che nella nostra classe dirigente maturi la convinzione che il petrolio non può essere utilizzato alla stregua di un bancomat da cui attingere alla bisogna i quattrini per ripianare le finanze regionali. Il petrolio e, più complessivamente, le risorse naturali che fanno ricca la nostra regione, come acqua e gas, vanno convogliate per creare concrete e sostenibili opportunità di sviluppo e lavoro, senza le dispersioni che hanno fin qui caratterizzato la gestione delle royalties del petrolio e che hanno fatto guadagnare alla Basilicata la non felice nomea di regione che non sa come spendere la sua ricchezza. Lo si può fare partendo dalla definizione di un pacchetto di convenienze localizzative imperniato proprio sulla riduzione dei costi energetici e delle public utilities, come più volte proposto dalla Cisl, con l’obiettivo di attrarre nuovi investimenti produttivi ad alto valore aggiunto e ad elevata intensità tecnologica, misura – conclude Falotico – che andrebbe accompagnata dalla semplificazione delle procedure autorizzative, dalla formazione a sportello e da una politica del credito che sia davvero al servizio della crescita dimensionale e qualitativa delle imprese locali”.