In-Air, un drone per annusare l’aria e dirci com’è
Nemmeno nell’era preindustriale l’ambiente era sempre benevolo, ora però le insidie alla nostra salute vengono anche dall’aria minacciata dall’inquinamento. Si sta sviluppando un mercato potenzialmente interessante e decisivo per tutte le apparecchiature in grado di misurare e trasmettere con accuratezza dati relativi ai maggiori inquinanti, anche in situazioni limite. Un mercato che ora accoppia alla tecnologia dei droni e del trasferimento dati con protocolli Wi-Fi, quella dei sensori per le rilevazioni chimico-ambientali. Tutto questo si condensa nel progetto In-Air, ammesso dalla Regione Puglia a finanziamento assieme ad altri 22 progetti nel campo della ricerca industriale e sviluppo sperimentale. Capofila del progetto, ECO-logica, società di ingegneria e consulenza ambientale con sede in Bari. Ma cosa fa e cosa è esattamente In-Air? In-Air è un drone, un aeromobile senza equipaggio di ridotte dimensioni che ha al suo interno una piattaforma sensoristica multifunzionale per il monitoraggio della qualità dell’aria. Un progetto ambizioso, che in Italia e all’estero vede impegnate altre imprese, anche con multinazionali a supportare la ricerca e lo sviluppo. La Puglia in questo corsa partecipa a pieno titolo all’elaborazione ed al miglioramento di uno strumento per il quale già l’Arpa Puglia, l’agenzia regionale di protezione ambientale ha manifestato interesse. Non è nemmeno il caso di citare quali e quante aree avrebbero bisogno di dati che completino quelli raccolti dalle centraline di rilevamento a terra e dalle osservazioni aeree o satellitari. In questa sfida finanziata dalla Regione Puglia con un contributo ammissibile di 924mila euro sono coinvolte per la parte pubblica l’Istituto di Nanotecnologie del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR Nanotec) e l’Istituto sull’Inquinamento atmosferico del Consiglio Nazionale delle Ricerche IIA di Roma Monterotondo e per la parte privata AeroDron, Cetma Composites, Co.Me.A., AR dream, Sens & MicroLab, Mediteknology e Siralab Robotics. La piattaforma sensoristica integrata su drone permetterà di monitorare le emissioni in prossimità delle fonti, fornendo le loro proprietà chimiche in termini di composizione e concentrazione. Sarà anche possibile ottenere l’analisi delle dinamiche spaziali (la diffusione) di una particolare emissione valutandone l’area d’influenza rispetto ad un sito specifico. Insomma sarà molto più facile identificare in maniera univoca siti industriali, cantieri, cave, attività agricole o aree interessate da disastri ambientali che presentino emissioni incontrollate o fuori norma. Il tutto con una mappatura tridimensionale geo-referenziata (3D) delle aree interessate che consenta di attuare contromisure rigorose e tempestive per la salvaguardia della salute dei cittadini. Tra gli inquinanti rilevabili il biossido di azoto (NO2), il biossido di zolfo (SO2), il monossido di carbonio (CO) e le polveri fini (materia particolata) PM10, PM2.5 e PM1. I sensori per il monitoraggio di NO2, SO2 e PMx, saranno progettati e realizzati all’interno del raggruppamento. Stessa cosa per lo sviluppo dell’hardware di controllo della piattaforma In-Air che include l’elettronica di gestione, il sistema fluidico di campionamento dell’aria e la trasmissione wifi dei dati raccolti dai sensori alla ground control station (GCS) dedicata alla gestione da terra ed in remoto della piattaforma. Il post-processing dei dati immagazzinati avverrà mediante lo sviluppo di un software in grado di realizzare mappe 3-dimensionali georeferenziate degli inquinanti. C’è grande attesa per questo progetto, ma anche soddisfazione per l’obiettivo colto. Eco-logica, fedele alla sua vocazione ultradecennale nel campo delle soluzioni ambientali, ha quindi centrato ancora una volta l’obiettivo di essere parte integrante, anzi capofila di un progetto che mette assieme 9 partner tra istituti di ricerca e start-up innovative. Il tutto grazie al fondo europeo di sviluppo regionale ed al bando Innonetwork della Regione Puglia che esplicitamente tende a migliorare le prospettive di sviluppo sui mercati internazionali proprio grazie alla collaborazione tecnologica pubblico-privata.