Nota di Confesercenti Potenza sul fondo Pmi per i centri storici
“E’ un segnale positivo per le pmi del settore commercio e servizi e in particolare per il rilancio dei centri storici dei nostri piccoli comuni che continuano a vivere il rischio di “spegnersi”. Così Giorgio Lamorgese, presidente provinciale di Potenza di Confesercenti, commenta alcune delle scelte contenute nel protocollo di intesa Mise-Regione sull’impiego del Fondo preordinato alla promozione di misure di sviluppo economico e all’attivazione di una social card per i residenti nelle regioni interessate dalle estrazioni di idrocarburi liquidi e gassosi.
Tra i provvedimenti annunciati dal Presidente Pittella assumono un rilievo significativo – precisa Lamorgese – quelli che si riferiscono all’istituzione di un fondo di 4 milioni di euro per il cofinanziamento di progetti strategici per il rilancio delle attività commerciali, soprattutto nei centri storici dei comuni lucani e le due misure relative al credito: € 4.700.000 per l’attivazione di misure di contrasto al credit crunch per le imprese con sede operativa in Basilicata; € 5.000.000 per la integrazione di fondi rischi dei confidi per facilitare l’accesso al credito delle PMI lucane.
Per la Giunta Regionale comunque non si tratta dell’unica iniziativa. E’ il caso di segnalare – continua la nota – nel 2016 l’incremento della dotazione finanziaria dell’Avviso Pubblico “Progetto Strategico Regionale per la rivitalizzazione dei centri storici”, per ulteriore 1,6 milioni di euro che si aggiungono ai precedenti 1,3 milioni di euro . La Confesercenti ribadisce anche in questa occasione la condivisione dell’obiettivo della Giunta regionale di innescare intorno alle attrattive dei centri urbani piccoli e grandi quei processi economici di cui soprattutto le piccole e medie imprese locali hanno bisogno per reggere la crisi conseguente al calo dei consumi. Aumentare la gradevolezza dei percorsi cittadini, stimolare un processo di riappropriazione degli antichi spazi da parte dei cittadini, favorire occasioni di socialità, facendo ricorso anche a semplici interventi infrastrutturali, sono elementi importanti.
E’ da tempo che anche attraverso la nostra Associazione nazionale Ancestor (Associazione Nazionale dei Centri Storici) – riferisce Lamorgese – continuiamo a tenere viva l’attenzione sul futuro dei centri dei nostri borghi.
Secondo un’indagine Confesercenti-Swg sulla “fuga” dei negozi dai centri storici, per 8 imprenditori su 10, l’incremento delle imposte è stato uno dei problemi principali della propria attività negli ultimi 5 anni. Siamo ad una quota di segnalazioni più alta di quella raccolta dallo spostamento della clientela verso i centri commerciali e dagli abusivi del commercio, indicate rispettivamente dal 54% e dal 22% delle imprese. Sulle imprese hanno pesato molto anche le problematiche connesse alla burocrazia (43%), al caro affitti (38%) e ai problemi di trasporti, sosta ed accessibilità dei centri storici (26%). In generale, gli imprenditori vorrebbero vedere più interventi da parte di amministrazioni centrali e locali per rilanciare la vitalità dei centri urbani e fermare il processo di desertificazione dovuto alle chiusure di attività commerciali e turistiche: quanto fatto finora appare insufficiente al 74% .
“Dalla nostra indagine emerge in modo chiaro l’esigenza di ridurre la pressione fiscale sulle imprese e di riprendere i processi di semplificazione burocratica, come la Confesercenti, rimarca da tempo. C’è necessità anche di intervenire contro caro affitti e abusivismo. Inoltre, la combinazione tra l’aumento del peso del fisco e dello spostamento della clientela verso la GDO, effetto delle nuove aperture di centri commerciali e delle liberalizzazioni degli orari di apertura, ha accelerato le chiusure delle imprese. Ci sono oggi in Italia migliaia di locali sfitti a causa della cessazione dei negozi, bar e ristoranti che li occupavano. Non possiamo lasciare che la desertificazione proceda ulteriormente”.