Precari Regione, in 16 fuori dalla stabilizzazione sostituiti da nuovi precari
Si apre un nuovo fronte nella vertenza precari della Regione Basilicata. Tutto ruota intorno alla Rti guidata dalla Consedin Spa che si è aggiudicata, come è noto, la gara regionale per i servizi di consulenza e assistenza tecnica sui fondi europei 2014-2020. L’accordo – ricordano Fisascat Cisl, Uiltucs e Uil Fpl – prevedeva la salvaguardia di tutte le professionalità, pari a 121 unità, già impegnate da diversi anni nelle attività messe a bando dalla Regione, ma la particolare procedura adottata per la selezione del personale, alla quale hanno partecipato 290 candidati, ha determinato per i sindacati un esito paradossale: sono stati assunti 105 precari storici e altri 16 precari ex novo, mentre 16 professionisti precedentemente impegnati, pur avendo i requisiti richiesti, non hanno superato la selezione e di conseguenza hanno perso il lavoro.
La questione è stata al centro di un recente incontro in prefettura chiesto da Fisascat Cisl, Uiltucs e Uil Fpl, ma disertato dalla Regione, nel corso del quale le tre sigle sindacali hanno proposto di “valutare varie soluzioni per poter trovare una collocazione anche per i 16 esperti esclusi, tra cui l’inserimento delle unità predette nell’ambito del servizio, per eventuali sostituzioni necessarie in caso di assenze”. Per i sindacati, “dal punto di vista economico, volendolo, ci sono tutti i margini affinché la Rti possa assumere i 16 lavoratori esclusi”. Dal canto suo il rappresentante della Consedin ha ribadito la disponibilità della società “ad un assorbimento del personale qualora si verificassero le necessarie condizioni a livello di amministrazione regionale”.
Per i segretari di Fisascat Cisl, Uiltucs e Uil Fpl, Aurora Blanca, Donato Rosa e Giuseppe Verrastro, “è singolare il comportamento della Regione che da un lato firma un accordo per la stabilizzazione del personale precario e dall’altro assume precari ex novo lasciando a casa chi, oltre a possedere i requisiti richiesti, ha maturato un’esperienza pluriennale nella consulenza e assistenza tecnica sui fondi comunitari. Così facendo – concludono i sue sindacalisti – la Regione alimenta un’inaccettabile guerra tra vecchi e nuovi precari”.