Transizione energetica: leva di sviluppo che richiede un nuovo approccio, a partire dalla formazione
La sfida della transizione energetica rappresenta per l’Italia e per il suo sistema produttivo una potente chiave di crescita, in un’ottica di economia sostenibile, e anche un’opportunità di business, se si sarà in grado di spingere sulla ricerca e l’ingegno per realizzare innovazione tecnologica orientata all’efficientamento energetico. Una sfida rispetto alla quale il Paese e soprattutto la Basilicata non sono affatto all’anno zero. L’Italia è stata tra i primi ad adottare misure in materia di efficienza energetica e dispiegamento di sistemi di energia rinnovabili, che ci hanno aiutato a raggiungere gli obiettivi energetici dell’Ue per il 2020 in anticipo, meglio ancora fa la nostra regione. La Basilicata – con 2.487 Gigawattora prodotti da acqua, vento e sole, rispetto ai 2.863 totali (a fronte di un consumo pari a 3.014 Gwh) – ha raggiunto una performance di energia verde pari all’87 per cento, ben oltre il target minimo di energia da fonti rinnovabili fissato dall’Europa al 32 per cento. E’ quanto emerso nel corso del convegno che si è svolto in mattinata presso il polo di universitario di rione Francioso, a Potenza, “Transizione energetica una nuova percezione”, organizzato da Confindustria Basilicata, con il patrocinio dell’Università degli Studi dei Basilicata. Nel corso dei lavori, moderati dal giornalista Mario Sechi, è stato presentato il libro di Gianni Bessi “Gas naturale – l’energia di domani”, con la partecipazione dell’economista e storico Giulio Sapelli.
“Il primato che conferma la Basilicata tra le più verdi d’Italia – ha detto il vicepresidente di Confindustria Basilicata, Francesco Somma, nel corso dei lavori – Questo ci consente di aspirare legittimamente a essere un hub di produzione energetica generata dal mix delle diverse fonti, non solo per affrontare le sfide energetiche del futuro, ma anche come driver di sviluppo per l’economia lucana e per la buona occupazione”.
“L’energia è questione delle democrazie e della partecipazione cittadina – ha aggiunto Sapelli – Senza virtù civili la questione energetica non potrà mai essere risolta perché oltre alla prudenza tecnologica è necessaria la saggezza di saper vedere e comprendere i benefici futuri oltreché quelli presenti e quelli a breve temine. Benefici che passano anche attraverso la diminuzione delle disuguaglianze sociali e l’aumento della qualità della vita”.
Un nuovo approccio al tema funzionale dello sviluppo non solo energetico, quindi, ma anche economico e sociale presuppone – è questo l’assunto portante del libro di Gianni Bessi – richiede scelte consapevoli e passa anche attraverso un confronto ricco e trasparente con i cittadini.
“Per questo – ha sottolineato l’autore del volume nel corso dei lavori moderati dal giornalista Mario Sechi e partecipato anche da alcuni studenti delle classi quinte dell’Istituto professionale servizi per l’Agricoltura e lo Sviluppo rurale Giustino Fortunato di Potenza – è fondamentale investire sulla formazione scolastica e universitaria. Di qui la mia proposta: le risorse con e quali attualmente si incentivano le rinnovabili, insieme alle royalties delle estrazioni, vengano utilizzate per sostenere lo studio dei giovani. Ciò – ha concluso Bessi – creerebbe occupazione qualificata e stimolerebbe l’economia a puntare verso progetti ecosostenibili”.
“Nella prospettiva del Sistema Paese e della valorizzazione dei settori economici considerati strategici, come per esempio quello energetico – ha concluso il responsabile delle politiche internazionali della Flc Cgil, Claudio Franchi – è necessario che lo Stato, le Amministrazioni locali e il sistema delle Imprese siano coinvolti direttamente, attraverso un investimento di risorse, non solo economiche, che possa risultare efficace e produttivo sin da subito, ma che contemporaneamente costruisca le basi dello sviluppo della conoscenza dei prossimi decenni”. A fare gli onori di casa, il docente dell’Università degli Studi di Basilicata, Severino Romano, che ha focalizzato il suo intervento sul ruolo di indirizzo e di programmazione di lungo respiro che è richiesta alle Istituzioni lucane rispetto agli asset esistenti, affinché il territorio possa vincere appieno la sfida della complicata partita energetica.