A Policoro la 35esima edizione del congresso dell’Apicoltura Professionale Italiana
“Come Dipartimento Agricoltura, con l’Associazione apicoltori lucani abbiamo voluto fortemente voluto portare nella nostra terra un evento di così grande importanza, proprio nell’anno in cui la Basilicata è al centro dell’attenzione mondiale, per Matera capitale della cultura. Saranno cinque intense giornate interamente dedicate all’apicoltura e al miele, occasione di confronto, formazione e conoscenza di rilievo, con la presenza degli operatori del settore provenienti da tutta Italia, ospitate per la prima volta in Basilicata”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Luca Braia in occasione della conferenza stampa in cui è stato presentato il programma della trentacinquesima edizione del congresso dell’Apicoltura Professionale Italiana si svolgerà in Basilicata dal 30 gennaio al 3 febbraio 2019, presso l’Hotel Marinagri di Policoro (MT).
“Il comparto apicolo – prosegue l’assessore Braia – con 1,2 milioni di alveari presenti sul territorio italiano, 45.000 apicoltori di cui 20.000 sono gli apicoltori professionisti, con una produzione media di 17,5 kg per alveare e 33,5 kg di produzione miele per l’apicoltore professionista, necessità ancora più attenzione per le tante potenzialità che esprime e per un mercato in grande crescita.
Il valore complessivo è stimato in oltre 2 miliardi di euro. Nel 2017 una crescita importante delle vendite di miele sul mercato interno italiano, con un +5,1% rispetto al 2016. La domanda di miele italiano supera di gran lunga l’offerta, i consumatori sono sempre più attenti, a dimostrazione del valore della qualità e della varietà produttiva del miele Made in Italy nel mondo. Ben vengano, allora, a dare respiro i due milioni di euro per il biennio 2019-2020 che il governo ha stanziato a favore dell’apicoltura, per la realizzazione di progetti finalizzati al sostegno di produzioni e allevamenti di particolare rilievo ambientale, economico, sociale e occupazionale, ma è ancora poco.
Da circa tre anni lavoriamo per il rilancio dell’oramai pluripremiato miele di Basilicata. Sono circa 600 gli apicoltori nella nostra regione, per oltre 20mila alveari e una produzione media di 30 kg a famiglia con un valore della produzione che supererebbe i 3 milioni di euro anno, di cui il 9% per il miele biologico. Ben 18 varietà di miele sulle 54 italiane sono prodotte in Basilicata, di cui ben 6 rare, a testimoniare la ricchezza della biodiversità e un grande indicatore di qualità ambientale. La costituzione del consorzio di tutela che prenderà in carico il processo di riconoscimento dell’IGP del miele lucano, un altro dei passi che stiamo perseguendo, è stata già avviata e seguita dal Dipartimento Agricoltura, per tutelare il prodotto da un punto di vista dell’identità, e di promuoverlo e comunicarlo portando in Italia e nel mondo le caratteristiche peculiari del miele di Basilicata.
Con il piano annuale di attuazione 2017/2018 abbiamo destinato all’apicoltura lucana oltre 55mila euro, risorse purtroppo, va detto inferiori a quelle disponibili negli anni precedenti. Nonostante i numerosi appelli rivolti a tutti gli attori, nonostante le giornate del miele lucano a Ripacandida e la nomina di Calciano Città del miele, i numeri del comparto, che consentirebbero un vantaggio economico per l’intera collettività, censiti dalla Regione Basilicata e da comunicare al Mipaaft per ricevere i trasferimenti nazionali previsti dal piano apistico, sono sempre inferiori alle effettive potenzialità che la regione esprime.
Ecco perché è necessario dare sostegno alle attività formative per gli operatori e per il consumatore da parte della pubblica amministrazione e delle Associazioni professionali di settore e continuare a sostenere le politiche agroambientali eco-sostenibili che servono al comparto (ad esempio biologico ed integrato).
Occorre un costante lavoro di sensibilizzare con gli operatori, come stiamo facendo in questi anni nella nostra regione, utile a far emergere il sommerso per incrementare i numeri ufficiali necessari ad accrescere le risorse nazionali da destinare al comparto.
Nella nuova Pac 2021/2027 – conclude l’assessore Luca Braia – la politica d’intervento dovrà garantire la salvaguardia degli impollinatori perché la loro vitale presenza può ritenersi indicatore di sostenibili pratiche agronomiche e indispensabile fattore di salvaguardia e valorizzazione di biodiversità. Le api sono, infatti, delle formidabili sentinelle ambientali, la loro sopravvivenza e capacità produttiva sono importantissime per l’incremento della sostenibilità della produzione agricola italiana. Opportuno e auspicabile, quindi anche il riconoscimento dell’apicoltura quale attività agricola senza alcuna necessaria connessione con il terreno oltre che l’istituzione di premialità per l’apicoltura con indicazione, nei programmi regionali che l’attività di produzione (estrazione e confezionamento) del miele da parte dell’apicoltore è da ritenersi “produzione primaria”.