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Mostra su Aldo Moro allestita nella nuova sedella del Consiglio regionale di Puglia

In 84 pannelli allestiti nell’agorà della nuova sede del Consiglio regionale della Puglia, con le prime pagine della Gazzetta del Mezzogiorno e del Corriere della Sera, è raccontata la cronaca dei 55 giorni di prigionia di Aldo Moro e quello che ne seguì. L’esposizione sarà aperta fino alla prima decade di maggio. All’inaugurazione hanno partecipato circa 300 studenti di sei scuole superiori della provincia di Bari.
“A distanza di quarant’anni, il sacrificio di Moro, coi suoi terrificanti segreti non ancora svelati, ci ha consentito di leggere negli occhi degli studenti l’incredulità e lo sgomento di chi viene a conoscenza, per la prima volta, di quel periodo tragico”, ha detto il presidente del Consiglio regionale pugliese, Mario Loizzo.
Per Gero Grassi, ex presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Moro, “o statista pugliese rappresenta un patrimonio dell’umanità che il Consiglio regionale della Puglia sta riattualizzando ed esportando nel mondo scolastico, in quello associativo, in quello delle biblioteche, in Puglia e in Italia”.
Il direttore della Gazzetta del Mezzogiorno Giuseppe De Tomaso, ha ricordato come la figura di Moro abbia “inciso non soltanto sulla storia del Paese, della Dc e del Sud ma anche della Gazzetta del Mezzogiorno, perché in un’altra circostanza in cui il giornale si trovava a vivere un momento molto difficile, Moro riuscì a trovare una soluzione. La sua lezione serva di aiuto morale ma anche come formula per uscire dalle secche societarie in cui ci troviamo oggi”.
È stato ricordato anche il poliziotto Francesco Zizzi di Fasano, agente della scorta di Moro, ucciso in via Fani, il 16 marzo 1978

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