Pistole per tutti, Italia da Far West
Passa al Senato in via definitiva, in terza seduta, il provvedimento a trazione leghista e a sudditanza grillina (circostanza avvalorata peraltro dalla macroscopica assenza al voto dei pentastellati), con cui si consacra il concetto per cui la difesa è “sempre” legittima ove si concretizzi in una reazione all’irruzione violenta o condotta con l’uso di armi nel proprio domicilio.
Via libera al tema della proporzionalità a prescindere, che pone il provvedimento nel mirino del dubbio di legittimità costituzionale. Al domicilio viene equiparato ogni altro luogo nel quale si svolge attività commerciale, professionale o imprenditoriale.
Esclusa la punibilità anche per l’ipotesi di minorata difesa o grave turbamento, ove il fatto sia commesso per la propria o l’altrui salvaguardia. Non vi sarebbe eccesso colposo di legittima difesa per tali casi, sicché anche in tal senso si avvalorerebbe una dilatazione a priori del concetto di proporzionalità.
Un inasprimento delle pene è stato previsto per la fattispecie criminosa della violazione di domicilio, con una cornice edittale che va da 1 a 4 anni, da 2 a 6 anni nei casi in cui l’aggressore usi violenza sulle persone o sia palesemente armato.
Altro punto degno di nota è quello della corsia preferenziale che imboccheranno i processi a carico di coloro che invocano la scriminante, per i quali tra l’altro è previsto il patrocinio gratuito a spese dello Stato, con fondi della Regione (per la Lombardia è già così), ove il procedimento si sia concluso con l’archiviazione, il proscioglimento o il non luogo a procedere.
Matteo Salvini esulta per il nuovo successo, suggellato da una legge del tutto inutile da un punto di vista statistico, se si considerano i dati empirici che hanno visto la celebrazione, dal 2006 ad oggi di un numero assai risibile di processi nei quali si sia discusso di legittima difesa.
L’eco maggiore è come di consueto quella mediatica, che permette al governo giallo-verde e soprattutto alla sua componente leghista di portare il punto a casa.
Ma tra le forze della maggioranza del Governo è già bufera, per via della proposta di ben 70 deputati del Carroccio di rendere più agevole l’acquisto di armi, proposta che vede Di Maio e i suoi, particolarmente contrariati e lapidari nell’affermare la propria opposizione all’eventuale approvazione di una proposta che potrebbe davvero equiparare l’Italia al Far West.
Al di là delle scaramucce degli esponenti di governo, alle quali ormai siamo abituati e che si risolvono puntualmente in un nulla di fatto, quel che preme ricordare a tutti gli italiani è che, sebbene la legittima difesa di Salvini sia diventata legge, sarà sempre e comunque un magistrato a dover ponderare e valutare le circostanze specifiche del caso concreto sottoposto alla sua attenzione e a mettere l’ultima parola sull’effettiva legittimità della reazione e sulla sua reale proporzionalità rispetto all’offesa subita da chi invoca la difesa legittima.
E poiché le norme, una volta approvate, vanno interpretate, auspichiamo che l’interpretazione sia sempre libera da condizionamenti di pensiero e particolarmente accurata nel non anteporre mai in maniera assoluta l’inviolabilità del domicilio al valore costituzionale del diritto alla vita.