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Basilicata prima regione d’Italia per incidenza della multicronicità

“La Basilicata è al primo posto della classifica delle regioni italiane per l’incidenza della multicronicità, facendo registrare una percentuale di cittadini residenti affetti da almeno due malattie croniche pari al 25,7%, ben cinque punti percentuali in più della media nazionale, un dato che rende quanto mai evidente la necessità di assicurare una corretta integrazione tra la dimensione territoriale dell’assistenza e quella ospedaliera”. E’ quanto dichiara, in una nota, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giovanni Vizziello a commento della recente indagine di Cittadinanzattiva sulla cronicità in Italia.
“L’istantanea di Cittadinanzattiva sull’universo della cronicità in Italia ci dice ”-aggiunge Vizziello- “ Che i lucani sono in vetta alla classifica delle regioni d’Italia anche per quanto riguarda l’incidenza dell’ipertensione( ne soffrono il 20,8% dei residenti contro una media nazionale del 17,8%),della bronchite cronica e dell’asma bronchiale(ne sono affetti il 7,7% dei lucani contro una media nazionale del 5,9%) e dell’ulcera gastrica e duodenale(che in Basilicata fa registrare una incidenza del 4,5% a fronte di una media del Paese del 2,4%)”.
“Se si aggiunge che i lucani sono anche ai primi posti in Italia per incidenza di diabete e osteoporosi” -spiega l’esponente di Fratelli d’Italia”Si comprende come la sfida della cronicità sia per davvero la priorità del nostro sistema sanitario regionale,una priorità che potrà essere vinta solo erogando servizi territoriali e sociosanitari di qualità ai nostri cittadini”.
“Una sfida”- sottolinea Vizziello- “ Che il governo di centro sinistra ha miseramente perso, come testimonia il dato sulla percentuale dei cronici in buona salute che, in Basilicata, sono solo il 33%, a fronte di una media nazionale del 45,1%.”
“Una sfida che”- conclude Vizziello- “ Il centro destra deve affrontare quanto prima, recependo il Piano Nazionale Cronicità e soprattutto riempendolo di contenuti concreti, che vuol dire rendere stabile e duraturo il dialogo tra medici di medicina generale e medici ospedalieri, potenziare l’assistenza domiciliare ed estendere la platea dei soggetti destinatari dei percorsi di assistenza terapeutica multidisciplinari e personalizzati”.

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