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La Puglia tra le regioni del Sud che nel 2018 ha fatto registrare uno dei migliori tassi di sviluppo

Una nota di Mino Borraccino, assessore Sviluppo Economico della Regione Puglia.

Un articolo de “Il Sole 24 Ore” pubblicato il 14 agosto scorso, dal titolo “Bari regge l’urto della fuga dal Sud grazie a piano casa, turismo e Ict”, cita fra l’altro l’ultimo rapporto SVIMEZ, secondo cui con l’Abruzzo e la Sardegna, la Puglia è tra le regioni del Sud che, col suo +1,3%, registra nel 2018 uno dei migliori tassi di sviluppo, in uno scenario nazionale che non supera lo “zero virgola”.

 

Il dato positivo dipende da un mix di fattori: dal piano casa agli incentivi della Regione con aziende che decidono di investire sempre più in Puglia. Ne sono esempio la Ficons, azienda di servizi che  ha portato il suo quartier generale a Bari ed ha anche uno sviluppo occupazionale interessante; insieme ad altre realtà di punta, come Exprivia nel settore dell’innovazione tecnologica e MerMec, leader nell’ispezione ferroviaria tanto per citarne solo alcune, perché sono tantissime quelle che hanno investito in Puglia.

Sono questo tipo di nuove imprese che  possono frenare l’esodo dei giovani dalla Puglia.

 

Bisogna considerare che viviamo in uno scenario di stagnazione nella crescita del Pil mondiale, europeo ed italiano e che ci troviamo di fronte a un contesto geopolitico allarmante. 

Si fronteggia meglio la crisi se si fa leva su alcuni fattori competitivi, come innovazione e internazionalizzazione e su questi   due elementi si muove la politica industriale della Regione Puglia. 

 

La misura INNOAID e quella specifica sulla INTERNAZIONALIZZAZIONE (che ha già ricevuto il visto dal partenariato istituzionale) rappresentano la volontà della Regione Puglia di orientare lo sviluppo su questi due assi. 

 

L’Avviso pubblico INNOAID, partito alcuni mesi fa con procedura valutativa “a sportello” fino ad esaurimento delle risorse finanziarie, mette a disposizione del sistema imprenditoriale pugliese delle micro, piccole e medie imprese, 30 milioni di euro per acquisti di servizi per l’innovazione tecnologica, strategica, organizzativa e commerciale. Sono ammissibili le spese relative all’acquisizione di servizi di consulenza afferenti il progetto di investimento presentato; i costi per l’ottenimento, la convalida e la difesa dei brevetti e degli altri diritti di proprietà industriale e intellettuale; i costi per l’acquisizione di servizi di consulenza  e di  sostegno dell’innovazione. 

 

Lo scorso 29 luglio con il Partenariato Economico e Sociale (PES) abbiamo dato il via libera alla nuova misura specifica per l’INTERNAZIONALIZZAZIONE.

Per quanto attiene sempre l’internazionalizzazione, è dei primi di aprile scorso l’ultima delibera regionale che ha varato il nuovo Programma strategico per l’internazionalizzazione 2019-2020, con cui la Puglia prosegue le sue politiche di  potenziamento sui mercati esteri.

Sì facendo, da un lato intendiamo incoraggiare ulteriormente i processi di internazionalizzazione delle imprese pugliesi, anche grazie alla imminente nuova misura specifica, dall’altro sviluppare la capacità di attrarre investimenti in Puglia.

I settori portanti del Programma spaziano dalla meccatronica e dall’aerospazio, alle tecnologie ambientali, all’energia rinnovabile, all’edilizia sostenibile, ai servizi ICT, fino al rilancio dei settori tradizionali del “Made in Italy”.

Le azioni che si prevedono di realizzare si concentrano su un insieme di Paesi individuati come obiettivi utili e praticabili, suddivisi in mercati “consolidati”, cioè quelli dell’Unione Europea e del Nord America, mercati “ad alto potenziale”, cioè quelli dei Paesi che possono aprire grandi opportunità, come per esempio Emirati Arabi Uniti, Turchia, Russia, Cina, India e Sudafrica, e mercati di “prossimità”, come Albania, Macedonia e Montenegro. 

Sono previsti, fra l’altro, interventi di sostegno ai progetti di promozione internazionale delle piccole e medie imprese pugliesi e interventi di marketing localizzativo per l’attrazione degli investimenti in Puglia. Si tratta di servizi di supporto ai potenziali investitori, la campagna promozionale “Invest in Apulia” .

 

Peraltro, non c’è sviluppo sostenibile se non includiamo i giovani nel mondo del lavoro. 

L’enorme disoccupazione giovanile non è solo un grave problema sociale, ma sono proprio le possibilità innovative delle imprese che non possono permettersi di perdere il contributo di una generazione. 

Occorre anche sollecitare le imprese a cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali, particolarmente per le piccole società che hanno difficoltà a far fronte in tempi rapidi al cambiamento imposto dai nuovi modelli di business. Penso per esempio all’accesso alle piattaforme di e-commerce, all’utilizzo di tecnologie digitali per la tracciabilità di prodotto a protezione del branding o della denominazione di origine. 

 

L’Italia è il Paese con il più grande risparmio privato in Europa, ma gli investimenti in imprese innovative sono tre volte in meno rispetto alla Spagna, 5 volte rispetto alla Germania e 40 volte rispetto al Regno Unito. Questo è un problema che tocca in maniera diretta la creazione di nuove aziende e dunque le occasioni di occupazione dei lavoratori. 

 

Una delle responsabilità più grosse dell’attuale compagine di governo consiste nell’alimentare insicurezza e paura nel Paese, per fini elettorali, senza considerare che l’insicurezza e la paura sono a loro volta un fattore determinante di freno agli investimenti e di stretta creditizia a cui come Regione Puglia abbiamo risposto con una manovra anticiclica di aiuto al Sistema delle PMI di facilità di accesso al credito attraverso l’immissione di 67 milioni di euro con la misura TRANCHE COVER. Si tratta di una iniziativa di ingegneria finanziaria innovativa e unica nel panorama che con complessivi 200 milioni di euro permetterà alle imprese pugliesi di accedere a finanziamenti con tassi decisamente più bassi rispetto alla media di mercato.

 

Attraverso questo insieme di interventi, che stimolano competitività e innovazione, potremo consolidare la posizione in crescita sia del territorio pugliese, sia delle imprese regionali nel contesto del mercato globale. Nella consapevolezza che solo in questo modo si potranno offrire ai giovani pugliesi nuove opportunità di inserimento lavorativo. 

 

Per concludere, non è un caso che la Puglia di oggi non è più quella regione arretrata e assistita che è stata nel passato. Dal 2005 ad oggi ha potuto contare su una classe dirigente che ha saputo guardare al futuro e fronteggiare una crisi economica che è andata aggravandosi negli anni e che oggi rischia di far precipitare il mondo in conflitti che credevamo superati per sempre, come quelli provocati dal neoprotezionismo dell’America di Trump.

 

Peraltro questo merito ci viene riconosciuto per intero, al di là delle polemiche politiche spicciole, non solo da un giornale prestigioso come “Il Sole 24 Ore”, ma anche da SVIMEZ, ISTAT, UNIONCAMERE E BANCA D’ITALIA, per citare soltanto alcune fonti.  

Insomma, nonostante tanti problemi, ci abbiamo saputo fare. Abbiamo intrapreso la strada giusta  e su questa adesso occorre continuare.

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