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Conferenza di fine anno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia

«Per noi Regione Puglia –il Parco Nazionale dell’Alta Murgia è un punto di riferimento fondamentale perché è un momento di sintesi che abbraccia temi come ambiente, cultura, paesaggio, qualità della vita. Senza dimenticare la presenza all’interno di Comuni importanti per prospettive di collaborazione>>.

Lo ha dichiarato l’assessore alla Pianificazione Territoriale, Alfonso Pisicchio, intervenuto questa mattina in Presidenza a Bari alla conferenza stampa di fine anno del Parco Nazionale dell’Alta Murgia.

“Credo – ha dichiarato Pisicchio – che le buone pratiche adottate dal Parco nazionale siano replicabili anche nei parchi regionali al fine di immaginare una collaborazione, quanto mai indispensabile, per definire una strategia comune. Parlare di parchi significa mettere al centro la qualità di vita, la cultura, l’ambiente, valori che possono essere diffusi solo attraverso una campagna di formazione e informazione. Noi come Regione Puglia daremo sempre il nostro sostegno per battaglie comuni come la prevenzione dell’abusivismo edilizio e l’abbandono dei rifiuti, due elementi che deturpano il nostro paesaggio. Inoltre – conclude l’assessore – mi preme sottolineare che l’esperienza del Parco dell’Alta Murgia ci aiuta a immaginare la necessità di una revisione della legge di istituzione dei parchi regionali.  Una legge ormai risalente al 1997 e che quindi ha bisogno di una riflessione».

La conferenza stampa è stata l’occasione per illustrare gli obiettivi raggiunti dal Parco nel 2019 e quelli della prossima annualità.

Secondo i dati forniti dal reparto dei Carabinieri del Reparto Parco Nazionale Alta Murgia e illustrati dal maggiore Giuliano Palomba, nel 2019 sono stati 118 gli illeciti amministrativi riscontrati, per un ammontare complessivo di circa 100mila euro, rispetto ai 255 illeciti del 2018; 40 le persone denunciate e 19 i sequestri effettuati.

Sul fronte edilizio 5 gli immobili risultati, seppur per modeste volumetrie, difformi rispetto ai titoli abitativi e quindi posti sotto sequestro. Nel settore rifiuti non sono state rilevate nuove discariche, mentre sono stati 10 i siti utilizzati per piccoli abbandoni di rifiuti.

I controlli sull’attività venatoria illegale hanno portato al deferimento di dieci soggetti e a 14 sequestri tra armi e munizioni.

Nei prossimi obiettivi del Parco, illustrati dal presidente Francesco Tarantini, ci sono la lotta all’abbandono dei rifiuti e il contenimento dei cinghiali. Per arginare l’abbandono dei rifiuti, ormai consuetudine nel territorio murgiano, l’ente ha avviato il progetto Alta Murgia Free Waste il cui comitato di pilotaggio è stato costituito lo scorso novembre. Progetto che ha un obiettivo duplice: da un lato sensibilizzare le coscienze, dall’altro reprimere le diffuse malsane abitudini. Con una campagna di informazione, Alta Murgia Free Waste agirà per sensibilizzare cittadini e scuole sulle problematiche connesse all’abbandono dei rifiuti nelle aree protette; l’aspetto repressivo, con il fondamentale supporto delle Polizie locali e dei Carabinieri Forestali, riguarderà l’installazione di fototrappole nei tredici Comuni del Parco e l’utilizzo di un’app per permettere ai cittadini di segnalare i rifiuti abbandonati.

Sui cinghiali, attraverso una strategia concordata di recente con Anci, Federparchi, Ispra e Conferenza Stato Regioni, è prevista l’attivazione del selecontrollo nelle aree contigue al Parco e l’implementazione di nuove gabbie di cattura e recinzioni elettrificate a tutela delle colture. Strategia che coinvolge le istituzioni e le altre aree protette regionali e nazionali, per affrontare in modo sinergico un’emergenza che provoca danni continui alle coltivazioni, concentrati in modo disomogeneo nei mesi estivi e invernali per le coltivazioni di cereali e legumi, nei mesi autunnali per le colture a mandorli e a vite. Danni per i quali l’Ente paga indennizzi pari a circa 80.000 euro all’anno. Ad oggi l’Ente Parco ha stimato una densità di 48 capi ogni 100 ettari, ma l’obiettivo è tendere a una densità massima di 12 capi, come previsto dal Piano di gestione del cinghiale. Negli ultimi centoquaranta giorni sono stati catturati in totale 330 animali.

Nel 2020 sarà centrale la candidatura del Parco a Geoparco UNESCO, avviata per valorizzare la ricchezza di geodiversità che caratterizza il territorio, unico per la specificità di ambiente pseudosteppico e la presenza di geositi ricchi di un’ampia biodiversità (dai microrganismi, all’entomofauna impollinatrice, fino alle straordinarie erbe della murgia). Emblema è Cava Pontrelli, geosito ad Altamura che custodisce circa 20.000 orme di dinosauri vissuti 70/80 milioni di anni fa. Per la promozione del patrimonio enogastronomico, ricco di prodotti e tradizioni locali, a inizio 2019 è stato avviato il progetto il Paniere del Parco dell’Alta Murgia con il quale l’Ente punta a far conoscere e apprezzare le produzioni tipiche, tramite un percorso partecipato che ha l’obiettivo di creare cooperative di comunità intorno ai prodotti di eccellenza.

«Lo si legge nel nuovo calendario: sarà un 2020 orientato alla valorizzazione delle persone e delle loro storie – ha dichiarato il presidente Tarantini -. Un anno volto alla promozione del patrimonio geologico, culturale ed enogastronomico, in chiave ecosostenibile. Ciò andrà in parallelo a strumenti e azioni messi in campo per risolvere le problematiche che affliggono il territorio da anni. Come ho ribadito più volte, non ci saranno proclami di alcun tipo ma un ascolto concreto dei bisogni di chi vive il parco quotidianamente e contribuisce, spesso con non poche difficoltà, alla sua crescita e conservazione».

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