Ospedale di Tinchi. Nuova clamorosa forma di protesta
TINCHI- Presidio ad oltranza sul tetto più alto dell’ospedale di Tinchi, con forza, rabbia e determinazione, ed almeno fino a quando non giungeranno segnali positivi sulle sorti e sul destino del nosocomio, intestato alla martire Angelina Lodico. I manifestanti sul tetto dell’ospedale di Tinchi continuano la lotta e da ieri sera, a turni di tre, si sono incatenati mandando avanti così una forma di protesta ancora più clamorosa delle precedenti. Ed ad incatenarsi tra i primi, fra gli altri, i due principali protagonisti della lotta Domenico Giannace e Pietro Tamburrano, in rappresentanza rispettivamente del Comitato Difesa Ospedale di Tinchi e dei Cittadini Attivi di Bernalda-Metaponto. Due persone anziane che lottano per la sopravvivenza ed il rafforzamento del presidio, e che, a dispetto degli anni, trovano la forza ed il coraggio di battersi per reclamare il diritto alla salute per i più giovani. E questo in una fase in cui, purtroppo, non trovano sempre il sostegno degli amministratori, delle forze politiche e degli organismi associativi. Continua dunque la protesta civile e pacifica sul tetto dell’ospedale, rimanendo in attesa dell’imminente incontro istituzionale tra i dimostranti e l’assessore regionale alla Sanità con la mediazione dell’assessore Vincenzo Viti. Alle denunce dei comitati alla Procura della Repubblica, numerose dall’inizio dell’anno, tutte relative a ipotesi di reato gravissime ed al sequestro di striscioni, è seguita nei giorni scorsi, come è noto, l’ingiunzione di sgombero della Questura di Matera. Il Comitato Cittadini Attivi di Bernalda e Metaponto e il Comitato Difesa Ospedale di Tinchi, uniti nella lotta per la conservazione del nosocomio nel territorio metapontino, in seguito alla ingiunzione hanno ribadito che il pericolo di crollo del tetto sotto il quale è locato il presidio, denunciato dai dimostranti a seguito di piogge torrenziali ivi trattenute dall’ostruzione dei canali di scolo della struttura, è stato sventato dal pronto intervento dei Vigili del Fuoco, su esplicita richiesta e segnalazione dei manifestanti. La struttura, messa al sicuro, costituisce ancora oggi presidio di lotta e ricade in una zona periferica che non è influente sulla normale attività dell’Ospedale.